"Non mi risulta che siano a disposizione gli esiti della Tac e degli altri esami in corso". Lo ha affermato Ilaria Cucchi, sorella di Stefano, il detenuto di 31 anni morto al Pertini per cause ancora da chiarire sei giorni dopo l'arresto per droga. Il riferimento è ad alcune indiscrezioni diffuse sull'esito della Tac sul corpo del ragazzo, secondo cui non sarebbero state riscontrate lesioni al cranio e alla mandibola. "Stando a quanto ci dicono i nostri medici - ha aggiunto Ilaria in alcune dichiarazioni rilasciate al Tg56, telegiornale di Teleroma56 - nutro perplessità su questi risultati resi noti ieri. Di certo c'è il pestaggio: si tratta di capire dove e come è avvenuto e per opera di chi, su questo sta indagando la magistratura, ma sul pestaggio non ci sono dubbi. Stefano, quando è uscito di casa la notte dell'arresto accompagnato dai carabinieri, era in perfette condizioni di salute".
Ilaria Cucchi è poi tornata sulla presunta responsabilità dei medici che hanno avuto in cura Stefano al Pertini. "C'è stato abbandono terapeutico, lo vediamo dalle cartelle cliniche, lo capiamo dalle condizioni di Stefano. C'è una grande responsabilità dei medici del Pertini dal punto di vista deontologico: Stefano è stato abbandonato. Nonostante stesse digiunando per vedere l'avvocato di fiducia,- ha aggiunto- nessuno ha provveduto a contattarlo. Al di là della responsabilità penale che si profila, c'è un'indiscutibile responsabilità deontologica".
In conclusione, l'appello suo e di tutta la famiglia Cucchi: "Vogliamo una risposta chiara e rapida, senza mezze verità. Noi dallo stato pretendiamo risposte: è doveroso che ci diano una risposta chiara su come è morto Stefano, in quali circostanze si è procurato quelle lesioni. Stefano, prima dell'arresto, stava bene: per questo pretendiamo chiarezza. Ho comunque fiducia nella magistratura, una fiducia prudente: mi auguro che le indagini siano fatte con rapidità e chiarezza".