Un uomo di 32 anni è morto all'interno del centro clinico del carcere romano di Regina Coeli. Lo rende noto il garante dei detenuti del Lazio Angiolo Marroni. A quanto appreso l'uomo, Simone La Penna, era in carcere per reati legati alla droga ed è stato trovato morto giovedì mattina nel suo letto. Soffriva di anoressia nervosa ed era detenuto dall'8 giugno per reati di droga nel carcere romano di Regina Coeli: stamani è stato trovato morto nel suo letto al centro clinico dell'istituto penitenziario. La scorsa notte aveva parlato fino all'1 con altri tre detenuti ricoverati nel centro clinico. Alle 3, quando è stata fatta la conta, alla vigilanza del carcere tutto è sembrato normale, ma stamani alle 8, alla conta del mattino, La Penna non ha risposto. Quando gli agenti si sono avvicinati - il suo letto era a circa due metri dalla postazione di controllo - era con la testa riversa in basso ed è stato inutile l'intervento di due medici e di un infermiere. A quanto si è appreso, il corpo era ancora caldo e La Penna sarebbe probabilmente morto all'alba.
Tutto fa pensare che la sua morte sia dovuto a cause naturali. In mattinata il medico legale, su disposizione del pm Marcello Monteleoni, dall'esame esterno del corpo non aveva riscontrato né segni di violenza né punture d'ago. Immediatamente è stata avvisata la famiglia e in carcere sono arrivati i genitori e la sorella.
Con l'anoressia nervosa La Penna aveva perso quasi 30 chili e aveva grandi carenze di potassio che gli provocavano problemi ai muscoli. Era stato più volte visitato tra luglio e ottobre in vari ospedali, tra i quali il Sandro Pertini, nel cui reparto detentivo è morto di recente Stefano Cucchi. Domani il magistrato darà l'incarico per eseguire l'autopsia.
Per reati connessi alla droga il detenuto doveva scontare una pena fino al 2011, mentre era in attesa dell'appello per una sentenza di 4 anni e 8 mesi sempre per droga. Infine, c'era una terza indagine in cui era coinvolto, sempre per droga.
"Nell'ultimo anno a Regina Coeli - ha ricordato il direttore del carcere, Mauro Mariani - nessun detenuto è morto in istituto, ma due, a marzo e ad agosto, sono morti in ospedale. A Regina Coeli abbiamo una notevole struttura clinica, da un anno gestita direttamente dall'Asl e molti detenuti vengono portati qui proprio in ragione delle loro condizioni e perché vengono garantiti frequenti controlli".
Peciola (Sl): altra morte che si poteva evitare
"Un'altra morte nelle carceri italiane e del Lazio, che poteva essere evitata, e su cui è necessario fare immediatamente chiarezza. Un caso che si va ad aggiungere alle altre 12 morti nel Lazio e 159 in Italia, dall'inizio dell'anno". Lo dice in una nota Gianluca Peciola, consigliere provinciale di Sinistra e Libertà e coordinatore del Gruppo Federato della Sinistra in Provincia.
"Tra l'altro, come nel caso di Stefano Cucchi, anche il 32enne morto a Regina Coeli, si trovava in stato di custodia cautelare in carcere per reati di droga. Ma soprattutto, soffriva di anoressia nervosa, per cui le sue condizioni di salute erano assolutamente incompatibili con il regime detentivo - conclude Peciola -. Le misure cautelari troppo spesso diventano un'anticipazione della misura afflittiva della carcerazione, in stridente contrasto con il dettato costituzionale del principio della presunzione di non colpevolezza".