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quegli orrori dimenticati, dietro le mura delle carceri
Giacomo Russo Spena
Fonte: Terra, 4 novembre 2009
4 novembre 2009

Solo negli ultimi anni sono decine i casi accertati di soprusi nelle nostre carceri. A Biella è stata scoperta una "cella liscia" dove i reclusi sarebbero stati colpiti con violenti getti d'acqua. Un ex medico: alle Vallette pestaggi organizzati.

"Mettiti in ginocchio, prega la Madonna e bacia la bandiera italiana". Sarebbero questi gli ordini diretti a B. M., detenuto marocchino, da otto agenti di polizia penitenziaria rinviati a giudizio per violenza privata. è il marzo 2006, casa circondariale di Nuoro. Non è un episodio isolato. Anzi. Analizzando la situazione penitenziaria degli ultimi anni si ottiene un dossier infinito che evidenzia testimonianze, accertate, di "maltrattamenti" e casi di tortura.

Qualche esempio. Nel carcere San Sebastiano di Sassari il 3 aprile 2000 avviene un pestaggio punitivo contro i detenuti che avevano osato protestare per la mancanza di viveri e acqua. Mentre nella struttura di Biella viene ritrovata nel 2002 una "cella liscia" dove i "rinchiusi" sarebbero stati perquisiti e poi colpiti con violenti getti d'acqua sparati da un idrante. La magistratura ha aperto un fascicolo per abusi e pestaggi, omissioni e silenzi dei medici, e intimidazioni degli agenti.

A tutt'oggi sono 59 le persone indagate. E pensare che l'Italia non ha mai ratificato la Convenzione sulla tortura, assente nel Codice penale e considerata erroneamente dalla maggior parte della popolazione un affare lontano. Così i 15 agenti che hanno "agito" nella caserma di Bolzaneto durante il G8 di Genova 2001, dove i manifestanti sono stati quasi un giorno in piedi, faccia al muro con gambe divaricate e braccia alzate (la cosiddetta "posizione del cigno"), vengono condannati in primo grado solo a un totale di ventiquattro anni di carcere. Per abuso d'ufficio, lesione personale e falso. Eppure il Comitato europeo per la prevenzione della tortura parla di una sostanziale differenza tra il "maltrattamento", anche grave, e la "tortura".

Tre elementi li distinguerebbero: la gravissima sofferenza inflitta, la volontà di infliggerla e la finalizzazione. Fattori presenti a Bolzaneto. Stessa musica nella caserma Raniero di Napoli dopo la manifestazione Noglobal del 17 marzo 2001: gli attivisti vengono prima "rastrellati" negli ospedali e, successivamente, puniti a dovere. Intanto l'associazione Antigone segnala decine di "storie di violenze, ma anche di soprusi su "diversi" e luogo di numerose morti misteriose". Nel 2009 sono già 146 i detenuti deceduti in carcere, 6 in più del totale dello scorso anno.

Ma è il dato dei suicidi a suscitare allarme: nei primi dieci mesi del 2009 i "rinchiusi" che si sono tolti la vita sono stati 61. Altre volte solo la testardaggine dei familiari o l'inchiesta di qualche pm hanno permesso di riaprire casi che hanno portato alla condanna del personale di polizia penitenziaria. è il 2 febbraio 2009 quando un ex medico del carcere Vallette di Torino denuncia abusi e connivenze in danno ai detenuti, dichiarando come "all'interno delle strutture i pestaggi da parte degli agenti, addirittura organizzati in apposite squadrette, siano all'ordine del giorno".

Si denunciano anche violenze praticate nei Reparti di osservazione psichiatrica, tra cui "contenzioni a mezzo di manette e sedazioni non consensuali". Non mancano i casi di violenze sessuali verso alcune detenute. A febbraio di quest'anno si è chiuso il processo contro una "guardia" penitenziaria: l'uomo è stato condannato a tre anni di reclusione. I fatti risalgono al 2005, quando l'agente, secondo l'accusa, nel perquisire una detenuta le palpeggia il seno, riservando lo stesso trattamento a diverse altre donne, che era solito toccare infilando le mani attraverso le grate delle celle. Capitolo a parte gli abusi per estorcere notizie. Quasi una prassi generalizzata. Il 28 febbraio 2008, secondo l'accusa, nel carcere di Firenze un agente esagera (ora è iscritto nel registro degli indagati). Un detenuto marocchino denuncia, infatti, di esser stato picchiato per ore. Il medico riscontra, qualche giorno dopo" l'interrogatorio", "segni di contusioni compatibili con calci e pugni".