Il ministro di Giustizia Angelino Alfano ha sospeso cautelativamente dal servizio Giuseppe Luzi, il comandante della guardie carcerarie dell'istituto di pena di Castrogno, a Teramo, coinvolto in un'inchiesta della procura di Teramo, dopo che un anonimo cd in cui si faceva riferimento a un pestaggio di un detenuto era stato fatto recapitare al quotidiano locale La città. A confermarlo è Donato Capece, segretario del Sappe, sindacato autonomo di polizia penitenziaria.
Il provvedimento cautelativo "È giusto", sottolinea Capece, aggiungendo: "Noi chiediamo che sia fatta piena luce sui fatti e se è responsabile di quello che ha detto, ne deve pagare le conseguenze". Domani spiega Capece a Teramo assume servizio momentaneo il commissario Sabatino de Bellis, che proviene dalla scuola di Parma, ed è stato comandante di reparto alla Dozza.
È "un provvedimento giusto - aggiunge Capece - in attesa di fare chiarezza, c'è un'indagine penale ma anche amministrativa, un procedimento disciplinare, vedremo cosa succede. Come sindacato diciamo che precauzionalmente l'amministrazione ha fatto bene. È un uomo fuori dal tempo, le sue parole in libertà censurabilissime. Chiediamo che si faccia piena luce sui fatti, se è responsabile, ne deve pagare le conseguenze".
L'inchiesta parte da un cd, fatto arrivare da un anonimo al quotidiano locale La Città, dove il comandante riferirebbe di un pestaggio di un detenuto: "Abbiamo rischiato una rivolta perché il negro ha visto tutto. Un detenuto non si massacra in sezione, si massacra sotto..."... Questa sarebbe la registrazione della voce del comandante delle guardie carcerarie presa con un telefonino in uno degli uffici degli agenti della penitenziaria di Teramo. "Il cd è stato spedito sicuramente da un corvo - spiega Capece - Luzi non era ben visto dal personale per i suoi modi autoritari".
Il segretario del Sappe ripete la condanna dell'episodio ma racconta di conoscere il commissario Luzi, che già aveva avuto esperienze di comando, "questo fatto ci ha spiazzati, non so cosa gli sia scattato nella mente per dire quelle parole, da cui prendiamo le distanze, non le riconosciamo come le parole dette da un agente e soprattutto da un commissario della penitenziaria". Al riguardo il segretario sottolinea come la formazione soprattutto di chi riveste ruoli di comando nelle carceri sia molto attenta ed equilibrata improntata da un lato sulla sicurezza, dall'altro soprattutto sulla partecipazione all'equipe di trattamento riabilitativo dei detenuti".