Sorin Calin aveva soltanto ventiquattro anni, e nessuno si occupa della sua morte avvenuta la sera del 19 ottobre nella caserma dei Carabinieri di Montecatini Terme (Pt).
Per la comunità rumena si tratta di un ennesimo "Stefano Cucchi", un caso che però non finisce sulle prime pagine dei quotidiani nazionali «perché le vittime rumene non contano nulla, nemmeno per i mass media».
Lancia l'appello Giancarlo Germani, presidente del Partito dei romeni d'Italia - Identitatea Romaneasca, avvocato che difende imputati di nazionalità rumena: «Il pregiudizio è fortissimo, i giudici usano la mano pesante contro i rumeni perché temono le reazioni ostili dell'opinione pubblica». Peggio: numerosi rumeni, secondo Germani, vengono maltrattati dalle forze dell'ordine durante l'arresto o la permanenza nei commissariati. Non sono pochi i casi «strani», a partire dal presunto suicidio di Cristian Lapu, ventottenne rumeno che si sarebbe buttato spontaneamente dalla tromba delle scale della caserma di Fontana Liri, nella provincia di Frosinone, durante un controllo. Lapu non aveva fatto nulla di male. Era arrivato da pochi giorni in Ciociaria, nel pomeriggio del 5 maggio scorso i militari lo avevano notato mentre camminava in una zona periferica con dei bastoni in mano, probabilmente insanguinati, con i quali secondo i residenti maltrattava dei cani. Mentre attendeva il traduttore si sarebbe lanciato verso le scale, un volo di dieci metri.
«Se succedesse ad un italiano almeno qualche giornalista si interesserebbe a queste vicende», osserva Miruna Cajvaneanu, redattrice del settimanale rumeno Gazeta Romaneasca , che proprio questa settimana dedica un articolo a Sorin Calin. Miruna si sta occupando di un caso di malasanità che coinvolge una donna rumena di 41 anni, morta improvvisamente dopo essersi recata al Policlinico Casilino di Roma per un fortissimo dolore al capo. I medici le avevano prescritto semplici analgesici, paracetamolo e Toradol, ma dalla autopsia risulta che la donna aveva un principio di aneurisma che nessuno però le aveva diagnosticato. «Daniela Robu non era italiana e per questo la noncuranza dei medici viene percepita come meno grave», conclude la giornalista.
La morte improvvisa e inspiegabile di Sorin Calin, ragazzone alto e imponente con precedenti per reati legati alla prostituzione, ha guadagnato qualche articolo di giornale, un fascicolo della Procura di Pistoia per il momento senza indagati, e il debole tentativo della famiglia di chiedere giustizia.
Nelle ultime ore della sua vita Sorin aveva deciso di prendere un aperitivo al bar Gori, nel centro di Montecatini. All'interno del locale aveva incontrato la sua ex ragazza e, brillo, la aveva aggredita furiosamente. Due clienti albanesi intervennero per separare la coppia, ma Calin era riuscito a sfilare il portafoglio della ex fidanzata per poi fuggire. I carabinieri lo hanno trovato verso le 21.30 in un altro locale, ormai ubriaco, con ancora addosso il portafoglio. Arrestato con fatica perché agitato e stizzito, con le manette ai polsi fu portato alla caserma dove, e qui dobbiamo stare all'unica versione possibile dei fatti e cioè quella dei carabinieri, diede in «escandescenze» sbattendo con forza la testa e il corpo contro le pareti della stanza tanto che, poco dopo le 22, venne chiamato il 118. I medici lo visitarono per 45 minuti, e poi gli somministrarono un calmante - più blando del Valium - di cui però nessuno ricorda il nome. Pochi minuti dopo il sedativo, Calin si era addormentato e così i militari, ma questa è sempre la versione fornita dal Comando provinciale di Pistoia, lo avevano lasciato da solo per completare le procedure burocratiche dell'arresto. Tornati nella stanza, avevano tentato di svegliare il ragazzo che però risultava incosciente. Seconda chiamata al personale del 118 a pochi minuti dalla mezzanotte: Sorin era esanime. Inutili i tentativi di rianimazione: Calin venne dichiarato morto durante il trasporto all'ospedale di Pistoia.
Il medico legale che ha eseguito l'autopsia, Edoardo Franchi, non vuole rilasciare dichiarazioni finché non verrà interrogato dal pm che ha aperto un fascicolo per chiarire le cause della morte, Ornella Galeotti. Le cause del decesso risultano ancora ignote, e sono tuttora in corso gli esami tossicologici per capire se il giovane avesse assunto droghe. Ma, lascia trapelare Franchi, è probabile che il calmante somministrato a Sorin Calin abbia provocato uno shock anafilattico. Sul cadavere c'erano dei segni di percosse. Nel frattempo la famiglia del ragazzo è arrivata dalla Romania per riprendersi il corpo, e per dare l'incarico ad un avvocato affinché segua la procedura.