Tragedia nel carcere di Teramo. Si è tolto la vita, nel pomeriggio di ieri, Cole Abib, 32 anni, detenuto di origine senegalese accusato di avere usato violenza, a Pescara, nei confronti di una disabile. Accanto al suo corpo sono stati rinvenuti, oltre a dei biglietti di addio, una bomboletta di gas utilizzata dai detenuti per accendere i fornelli e una busta di plastica, usata probabilmente per il soffocamento. L'uomo - sposato e padre di un bambino - era stato arrestato il 3 marzo scorso dai Carabinieri di Pescara per violenza sessuale su una diciottenne affetta da ritardo mentale. Lui però si proclamava innocente. A maggio era evaso mentre si trovava al pronto soccorso, ma dopo quattro giorni di fuga si è costituito ai Carabinieri di Giulianova.
La notizia del suicidio di Abib, che viveva con la moglie a Giulianova, ha colto tutti di sorpresa. Non c'era nulla che facesse presagire, secondo quanto è stato possibile apprendere, un simile gesto. Appena ventiquattro ore prima del rinvenimento del cadavere l'uomo aveva ricevuto la visita in carcere di un sindacalista teramano, e si era mostrato calmo e pienamente in possesso delle sue facoltà, tutt'altro che sull'orlo della disperazione come il gesto da lui messo in atto farebbe invece ritenere. Il suo corpo è stato rinvenuto dal personale di sorveglianza dell'istituto carcerario: non c'era più nulla da fare.
Castrogno torna dunque alla ribalta dopo le proteste di qualche giorno fa, proteste dei detenuti nei confronti delle guardie carcerarie e scatenate probabilmente dalle difficili condizioni di vivibilità nell'istituto di pena teramano, un impianto che dovrebbe contenere non più di duecento detenuti e che invece ne accoglie più di quattrocento, oltre il doppio della capienza prevista.