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Giustizia: all'Opg ucciso internato, il Dap "disperde" l'inchiesta
di Stefano Anastasia e Fiorentina Barbieri (Difensore civico Associazione Antigone)
Fonte: Terra, 7 agosto 2009
7 agosto 2009

Un anno fa si era concluso il processo penale nei confronti dell'internato che nel maggio 2007 aveva ucciso Maurizio Sinatti nell'Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Montelupo Fiorentino, dove erano entrambi rinchiusi: l'imputato aveva avuto dieci anni ed era stato trasferito ad un altro Opg. Ma per la compagna di Maurizio l'esito processuale lasciava troppe risposte inevase.

Lei aveva continuato a considerare incomprensibile, "ingiusta" quella morte: Roberta non poteva credere che un uomo di 43 anni, in condizioni di estrema vulnerabilità, fosse stato lasciato così esposto in una situazione tanto a rischio e che tutto fosse precipitato senza che nessuno fosse riuscito a proteggerlo.

Aveva saputo che era stata avviata un'inchiesta amministrativa interna, ordinata dal Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria, e aveva sperato che non si trattasse di routine, che ci fosse la reale intenzione di andare più a fondo e spiegare realmente come potesse essere successo quel che era successo. Si era rivolta a noi, chiedendoci di aiutarla a capire che fine avesse fatto quell'inchiesta, prima sospesa - come si usa - durante il procedimento penale, e poi ripresa, chissà quando e con quali esiti. E anche Cecilia, la moglie di Maurizio, si era poi messa in contatto con noi.

Va detto che a tutt'oggi non è emerso nulla di più, ma quello che appare assurdo, in una situazione così delicata e tragica, è che nessuno riesca a darne conto: l'itinerario dell'inchiesta interna, che Antigone ha cercato di ricostruire passo dopo passo, rimane oscuro e tuttora ignoti ne restano gli esiti: dapprima ci siamo rivolti, secondo logica e competenza formale, all'Ufficio ispettivo, ma dopo un mese ci hanno risposto che la pratica giaceva alla Direzione generale del Personale; ma anche lì, dopo qualche tempo, ci hanno comunicato che era approdata a quella dei Detenuti. Poi, più nulla. Siamo a questo punto: a due anni dalla morte di un uomo non si sa se vi siano state responsabilità amministrative per quello che è accaduto.

Il mondo chiuso del carcere (chiuso per definizione, prima ancora che per vocazione dei suoi amministratori) genera frequentemente sospetti e illazioni in coloro che vi entrano in contatto. A volte, a pensar male si coglie il vero, in altre occasioni ne nascono leggende metropolitane infamanti dell'istituzione e del suo personale.

E se invece si provasse con un po' di trasparenza? Ripetiamo allora la domanda: a che punto è l'inchiesta amministrativa interna sulle circostanze in cui Fabrizio Sinatti è stato ucciso due anni fa nell'Ospedale psichiatrico giudiziario di Montelupo Fiorentino?