Quando tre mesi fa è stato arrestato perché addosso nascondeva tre dosi di cocaina, aveva detto di avere 16 anni. E per questo da Perugia, dove era stato fermato, era stato portato al carcere minorile di Bari "Fornelli". Ed è lì che lui ha deciso di togliersi la vita. Lo ha fatto impiccandosi con un lenzuolo.
Il protagonista di questa brutta storia è un ragazzo di 19 anni di origini tunisine. È stato il fratello, giunto a Bari all'indomani della tragedia, a svelare la vera età. Un particolare non di poco conto: se al momento dell'arresto, il ragazzino avesse detto di avere 19 anni e non sedici, forse il periodo di detenzione sarebbe stato più breve e lui, incensurato e senza guai con la giustizia, avrebbe già lasciato il carcere. Sabato mattina, invece, il giovane tunisino era nella stanza che al "Fornelli" condivideva con un altro immigrato. L'idea di uccidersi, di porre fine così al periodo di detenzione, è maturata forse durante la notte. Il ragazzino ha appeso il lenzuolo al soffitto e si è impiccato.
È stato il giovane che era con lui, il primo ad accorgersi della tragedia. Quando ha visto il corpo del suo compagno ha cominciato a gridare e a piangere. Il diciannovenne era ancora vivo. Respirava e gli agenti della polizia penitenziaria hanno anche cercato di soccorrerlo. Inutilmente. È morto poco dopo. Una tragedia che ha lasciato sgomenti gli operatori dell'istituto penitenziario "Fornelli" dove mai, negli ultimi quindici anni, si erano verificati suicidi. E poi il giovane, compatibilmente alle restrizioni di una vita trascorsa in un carcere minorile, appariva tranquillo, sereno, non si era mai sfogato, non aveva dato segni di escandescenza. Anche con il ragazzo con il quale divideva la stanza non si era mai confidato. Il giorno prima della tragedia aveva parlato con la sua famiglia al telefono e neanche in questo caso aveva manifestato insofferenza per la sue condizioni.
Sul caso, ora, il sostituto procuratore Emanuele De Maria ha aperto un'inchiesta, affidando al medico legale Francesco Introna l'incarico di eseguire l'autopsia sul corpo della vittima. Un atto dovuto per chiarire la dinamica della tragedia. E infatti l'esame necroscopico ha confermato che quello del giovane tunisino è stato un suicidio.