Abbiamo conosciuto Roberta nei giorni successivi alla morte di Aldo, giorni drammatici, durissimi, di intense mobilitazioni.
Abbiamo conosciuto la sua forza d'animo, la sua rabbia, la sua voglia di lottare e il suo desiderio di conoscere la verità.
Una verità insabbiata, nascosta, che non riesce a venire fuori.
Roberta se ne è andata nel silenzio, senza riuscire a conoscerla.
Roberta Radici è la compagna di Aldo Bianzino, il falegname morto misteriosamente nel carcere perugino di Capanne, la notte del 14 ottobre 2007. Aldo, insieme a Roberta, era finito in carcere con l'accusa di possedere e coltivare alcune piante di marijuana e dal quel luogo non è più uscito vivo.
Da allora, insieme a Roberta e suo figlio Rudra, insieme a Gioia (ex moglie di Aldo) e ai figli Elia e Aruna, come "Comitato Verità per Aldo", abbiamo organizzato manifestazioni, iniziative, presidi e volantinaggi affinché si facesse luce su questa vicenda.
Mercoledì 1 luglio alle ore 9.00 presso il Tribunale di Perugia si terrà l'udienza preliminare relativa alla richiesta di rinvio a giudizio della guardia carceraria in servizio durante quella notte, per il reato di omissione di soccorso.
Oggi che Roberta non c'è più, sentiamo, ancora più forte, l'esigenza di continuare a lottare insieme a Rudra, rimasto solo, e a tutti gli altri familiari. Continueremo insieme.
PERCHE' IN CARCERE PER UNA PIANTA D'ERBA NON SI DEVE FINIRE
PERCHE' IN CARCERE NON SI PUO' MORIRE
COMITATO VERITA' PER ALDO