Il Garante dei detenuti Angiolo Marroni: "ormai i C.I.E. sono veri e propri centri di detenzione senza quel poco di buono a livello di assistenza ed accoglienza psicologica che può trovarsi all'interno delle nostre carceri".
"Il vero problema è che i C.I.E. come quello di Ponte Galeria sono sempre meno centri di accoglienza e sempre più centri di reclusione mascherata che, con la possibilità di protrarre la permanenza degli immigrati fino a 180 giorni, oggi sono molto peggiori delle carceri". È questo il commento del Garante dei diritti dei detenuti del Lazio Angiolo Marroni alla notizia del suicidio di un'immigrata tunisina di 49 anni ospite del C.I.E. di Ponte Galeria.
"Oggi i Centri di Identificazione ed Espulsione - ha proseguito Marroni - sono affollati all'inverosimile; al loro interno le famiglie, appena arrivate, vengono divise nei settori maschile e femminile e le condizioni di vita sono difficili nonostante il prodigarsi degli operatori che vi lavorano". Attualmente nel C.I.E. di Ponte Galeria sono ospitate 221 persone, 137 uomini e 84 donne. Oltre al Garante dei detenuti operano nel Centro quattro associazioni di volontariato.
"In più in quello di Ponte Galeria, dove noi operiamo grazie ad un accordo con Provincia di Roma, Prefettura e Croce Rossa, non c'è un grande appoggio esterno della società civile volontariato. E, a ben vedere, l'opera dei volontari è una delle cose buone che si ritrovano in carcere. In queste condizioni è assai facile che possa prendere piede la disperazione, che porta a gesti terribili come quello compiuto questa notte da questa donna.