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le crudeltà elettorali ed i "vanti" del ministro Maroni
Raffaele Ferraro
Fonte: Aprile on-line, 8 maggio 2009
8 maggio 2009

Il ministro Maroni definisce "risultato storico" il respingimento di 227 stranieri, ricondotti in Libia senza far loro toccare terra. Ma finge di dimenticare le numerose regole violate. Due su tutte: la Convenzione internazionale in materia di ricerca e salvataggio marittimo detta anche Sar (Search and Rescue) stipulata ad Amburgo nel 1979, e perfino gli accordi bilaterali con la Libia. Qualcuno, tuttavia, sembra più interessato a marcare la propria identità

In questi giorni emergono le prime terribili testimonianze dei reduci del mercantile turco Pinar (sul quale si è scatenato un caso con le autorità maltesi) che raccontano di una permanenza in Libia - prima di affidare le proprie vite ad una carretta del mare - fatta di violenze inaudite, torture continue, reiterati stupri di gruppo anche nei confronti di uomini e donne incinte; parlano poi di compagni di viaggio morti di stenti e gettati in mare come zavorra durante la traversata.

È in questo scenario che il ministro Maroni parla di "risultato storico" e di "svolta nella lotta all'immigrazione clandestina" dinnanzi a quella che altro non è che una violazione di norme internazionali ed italiane attuata ieri mediante il respingimento di 227 stranieri ricondotti dalle motovedette italiane da Lampedusa alla Libia.

Per elencare ogni singola normativa violata servirebbero centinaia di righe, quindi mi limiterò alle più macroscopiche; bisogna preliminarmente rilevare che per un comportamento simile l'Italia subì già, nel 2004, una condanna da parte della Corte Europea dei diritti dell'uomo (a causa di respingimenti collettivi in seguito a sbarchi a Lampedusa). Rimpatriare senza identificare, infatti, significa non consentire ai richiedenti asilo politico di inoltrare le domande e quindi, di fatto, respingerle pregiudizialmente e sommariamente in blocco. Ma di questo non si tiene conto.

In secondo luogo non si tiene conto dell'immediata preoccupazione espressa dall'Alto Commissariato Onu per i rifugiati che parla di forte probabilità "che fra le persone respinte ci siano individui bisognosi di protezione internazionale", chiede che "il principio internazionale di Non -refoulement (non - respingimento) continui ad essere integralmente rispettato" e rileva che la Libia non ha aderito alla Convenzione sui rifugiati di Ginevra del 1951 e non dispone di un sistema nazionale d'asilo efficiente (soprattutto in vista del fatto che tale diritto è preso in esame unicamente laddove i richiedenti siano di fede musulmana).

C'è poi la Convenzione internazionale in materia di ricerca e salvataggio marittimo detta anche Sar (Search and Rescue) stipulata ad Amburgo nel 1979, la quale impone un obbligo di soccorso e assistenza delle persone in mare senza distinzione alcuna a seconda della nazionalità o dello stato giuridico, stabilendo altresì, oltre l'obbligo della prima assistenza, anche il dovere di sbarcare i naufraghi in un "luogo sicuro" (che non è necessariamente individuato in base alla vicinanza). Tale convenzione trova il suo campo di applicazione non solo in acque territoriali, ma anche in acque internazionali adiacenti. Questo non può essere ignorato - quindi viene mistificato - e Maroni chiede un' "interpretazione autentica" da parte della Commissione Europea sulla natura degli obblighi italiani sostenendo che tali acque sarebbero di competenza della zona Sar di Malta. Inutile dire che la Commissione Europea non può fornire interpretazioni autentiche in merito a norme che non sono di fonte comunitaria ma internazionale.

Si rileva infine che nemmeno gli accordi bilaterali oggi vigenti con la Libia prevedono comunque il respingimento o la riammissione in quel paese di migranti irregolari giunti in Italia o, peggio, di naufraghi salvati in acque internazionali. Solo un anno fa la Marina italiana salvava migliaia di vite nelle acque nei pressi di Lampedusa mentre oggi, in seguito allo Maroniana metamorfosi del centro di prima accoglienza in Cie (Centro di identificazione ed espulsione vale a dire il nuovo nome dei Cpt) tutto è cambiato. E non certo in meglio.

Proprio ieri il Presidente della Camera Gianfranco Fini, tornando sulle proprie dichiarazioni di contrarietà all'istituzione dei presidi - spia, ha aggiunto che "sbaglia chi dice che gli elettori di destra non capiscono. Rifiuto questa etichetta perché, se così fosse, vorrebbe dire che la destra ha una totale insensibilità' rispetto al più elementare rispetto dei diritti umani e non è vero".

Ma qualcuno sembra non crederci o essere più interessato a marcare la propria identità e non posso che chiedermi quante vite umane, quanti stupri, quante violenze e torture dovremo tollerare ancora -essendo nel contempo etichettati come buonisti - affinché la Lega possa segnare il territorio ed occupare una nicchia elettorale sguarnita a fini elettoralistici.