Un detenuto romeno di 21 anni si è suicidato impiccandosi nella sua cella nel carcere delle Sughere, a Livorno, venerdì sera intorno alle 21. Non sono ancora chiari i motivi che avrebbero spinto il giovane a compiere il gesto: sull'episodio sta indagando la squadra mobile della questura di Livorno. Ion Vassiliu, questo il nome del ragazzo, era stato arrestato il pomeriggio di giovedì per una presunta violenza sessuale ai danni della sua ragazza. Dopo alcune settimane di indagini gli agenti lo avevano arrestato nei giorni scorsi in esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere richiesta dalla procura di Livorno e accolta dal Gip dopo le denunce della fidanzata.
Il giovane era rinchiuso in una cella singola e si è ucciso nel bagno con un cappio al collo fatto con le lenzuola. A fare la macabra scoperta è stato un agente della polizia penitenziaria durante un normale giro di controllo nella sezione penale dove era rinchiuso. Non vedendo l'uomo all'interno della cella, ha aperto ed è entrato trovandolo già privo di vita in bagno. Non si conoscono i motivi che hanno spinto il detenuto a compiere il gesto, nè trapelano altri particolari sull'accusa di violenza sessuale che lo aveva portato in carcere. Sul caso indaga la squadra mobile della questura livornese. La Procura della Repubblica ha aperto un fascicolo di inchiesta con «atti relativi per far luce sull'accaduto». Il pm di turno, Antonella Tenerani, ha inoltre disposto l'autopsia della salma. Il ragazzo aveva un precedente per un piccolo furto per il quale aveva scontato 2 mesi e 20 giorni di arresti domiciliari.
L'ennesimo suicidio in carcere, peraltro di un giovanissimo, viene reso noto nel giorno in cui il ministro della giustizia Angelino Alfano ricorda che sono una sessantina i bambini da 0 a 3 anni che vivono in carcere con le loro mamme detenute. «Sto facendo di tutto - ha assicurato Alfano - per creare delle comunità, fuori dalle carceri, dove questi bambini possano stare con le loro mamme detenute, ricordando sempre che non importa di chi siano figli, ma che sono bambini».