"Stato assassino, vendetta per Marcello", è scritto a grandi lettere rosse su un muro che costeggia un canale del quartiere livornese chiamato Piccola Venezia. Il prossimo mercoledì 22 aprile, a partire dalle ore 10.00, si terrà un presidio di fronte alla Procura di Livorno (Via Lardarel 82) "per protestare contro l'ennesimo tentativo di nascondere la verità sull'uccisione di Marcello Lonzi".
Marcello è morto nel carcere di quella città l'11 luglio del 2003, a neanche trent'anni. Il medico certifica una morte per cause naturali. Sul web cominciano a girare fotografie che ritraggono il suo corpo tumefatto a terra in una pozza di sangue. La vicenda processuale è travagliata. La madre di Marcello Lonzi, Maria Ciuffi, non crede all'ipotesi della morte naturale e fa aprire un fascicolo contro ignoti per omicidio.
Il pm chiede l'archiviazione del procedimento, che dopo un po' di traversie viene accolta. Maria Ciuffi non si dà per vinta e denuncia il magistrato che era di turno la notte della morte del figlio (lo stesso pm che aveva chiesto l'archiviazione del caso), il medico legale che ha eseguito l'autopsia e un agente di polizia penitenziaria. All'udienza davanti al giudice per le indagini preliminari di Genova porta una contro-perizia medica. Il gip archivia la denuncia, ma la contro-perizia ottiene il risultato di far riaprire il caso.
Il corpo di Marcello è stato riesumato e la nuova perizia ha accertato che il ragazzo è stato assassinato. Le costole rotte sono passate dalle due della prima perizia a ben otto. L'ipotesi della morte per cause naturali non è più riproponibile. Ed ecco che ora il Procuratore della Repubblica di Livorno è costretto a rivolgersi verso una congettura alternativa. Cosa ci racconta oggi? Che a uccidere Marcello potrebbe essere stato il suo compagno di cella, prontamente indagato per omicidio volontario. Anche i nomi di due agenti entrano nel nuovo fascicolo. Ma con quale capo di imputazione? Quello di mancata vigilanza.
"Adesso per coprire la responsabilità degli agenti di polizia penitenziaria si indaga addirittura il compagno di cella", scrive Maria Ciuffi in un comunicato dato alla stampa. E invita tutti a partecipare al presidio del 22 aprile. La madre di Marcello vive con 250 euro al mese di pensione. Le spese legali sono tante. Propongo giusto un grottesco aneddoto: è stata lei a dover pagare 500 euro per il viaggio del medico legale che ha riesumato la salma del figlio. Chi volesse aiutare Maria Ciuffi può farlo attraverso il conto corrente postale a lei intestato numero 66865767.