Ha atteso che passasse il consueto controllo e ha messo in atto quello che già da tempo maturava nella sua mente. Ha infilato la testa dentro una busta di plastica che ha poi riempito con il gas della bomboletta di un fornellino da campeggio, di quelli che i detenuti hanno per riscaldare qualcosa da mangiare. E ha atteso, sdraiato sul suo letto, che la morte sopraggiungesse. Si è tolto la vita così Antonino Saladino, 57 anni, di Catania, detenuto nel carcere di Mammagialla per omicidio.
Ad accorgersi di quanto accaduto sono stati gli agenti di polizia penitenziaria in servizio nella sezione. Erano passate le 21 quando, facendo il giro di controllo, hanno guardato dentro la cella di Antonino Saladino. Si sono subito resi conto che c'era qualcosa che non andava e allora sono entrati. Per l'uomo, però, non c'era più niente da fare.
Espletate le formalità di rito, la salma del detenuto è stata ricomposta nella camera mortuaria dell'ospedale di Viterbo a disposizione dell'autorità giudiziaria.
Secondo le scarne informazioni sembrerebbe che l'uomo che si è tolto la vita nel carcere viterbese da qualche tempo fosse in chiara difficoltà psicologica e che già un'altra volta avesse tentato il suicidio. Ciò è quanto risulta al Garante regionale dei diritti dei detenuti, Angiolo Marroni, che ieri mattina ha compiuto una visita nel carcere viterbese.
"Un mese fa, un altro detenuto con problemi psichici si era suicidato nel carcere di Velletri - ha detto Marroni - Non servono questi gesti cruenti per rendersi conto che i detenuti con tali problemi stanno diventando una vera e propria emergenza.
Il sovraffollamento, la carenza di personale, la difficoltà a svolgere una adeguata attività trattamentale sono tutti fattori che rendono il carcere un luogo ancor più invivibile, soprattutto per i più deboli. A me pare che, a forza di spostare il dibattito sulle nuove carceri e sulle nuove pene, si sta finendo con il far passare nel dimenticatoio che anche i detenuti sono titolari di tutti i diritti, compresi quelli alla salute e alla vita, e che una malattia tanto delicata come quella psichiatrica non può essere curata solo con i farmaci".