Un ventenne, Carmelo Castro, detenuto nella Casa Circondariale di piazza Lanza a Catania si è ucciso impiccandosi nella sua cella: è morto dopo il ricovero nel pronto soccorso dell'ospedale Garibaldi. Il giovane - a quanto si è appreso - era in isolamento. Durante un controllo gli agenti penitenziari si sono accorti che aveva messo in atto il suicidio impiccandosi. I soccorsi sono scattati immediatamente, il giovane era ancora vivo ed è stato subito trasferito in ospedale, in condizioni però disperate. E i medici non hanno potuto fare nulla per salvarlo.
Il ventenne era in cella da una settimana, da quando era stato arrestato dai carabinieri della compagnia di Paternò perché accusato di avere assalito, assieme a due presunti complici, una rivendica di tabacchi nel catanese. A permettere la sua identificazione e degli altri due arrestati era stata la visione del filmato del sistema di sorveglianza dell'esercizio. Il giovane, in sede di interrogatorio, si era difeso sostenendo di essere innocente e di essere entrato casualmente nella rivendita di tabacchi assieme ai due rapinatori che non conosceva.
Fleres sul decesso a Piazza Lanza (comunicato stampa)
"Con rammarico ho appreso dell'ennesimo decesso avvenuto nelle carceri siciliane. Questa volta si tratta di un giovane di appena venti anni, che nella notte tra il 28 ed il 29 marzo u.s., si è tolto la vita. Questa ulteriore morte, ha proseguito il Sen. Fleres, mette ancora una volta in evidenza la carenza o, purtroppo, l'assenza di psicologi che possano adeguatamente seguire il percorso dei detenuti, pertanto, continuerò la mia battaglia affinché si possa dare seguito ai concorsi già espletati per questa particolare figura e per quella degli educatori, indispensabili all'interno degli istituti di pena.
In ogni caso, ha concluso il Sen Fleres, al di là delle ipotesi riguardanti le motivazioni e le modalità che avrebbero determinato il fatto, su cui auspico la tempestiva apertura di un'accurata inchiesta, è necessario porre in essere i dovuti accertamenti ed il mio ufficio, in tal senso, ha già avviato le relative procedure.
L'ennesimo scandalo (da Sicilia Live)
Un detenuto si è ucciso nel carcere di Catania. Il carcere di Catania è uno dei più turpi istituti di pena in Italia. Non lo diciamo noi, lo dice l'ufficio del garante per i diritti dei detenuti in Sicilia. Il suo massimo dirigente, l'avvocato Lino Buscemi che condivide col garante Salvo Fleres l'onere di una battaglia difficile, ha inserito il carcere di Piazza Lanza nell'elenco delle prigioni che dovrebbero essere immediatamente chiuse. Parliamo del parere di una persona qualificatissima, nell'esercizio delle sue funzioni.
E Catania non è nemmeno il primo caso. A parole siamo tutti d'accordo nella retorica contro lo scandalo delle carceri disumane. La lista è lunga: Favignana, Mistretta, Ucciardone... Nei fatti, continuiamo (noi stampa, noi politica) a trattare i detenuti come se fossero polvere sotto il tappeto. Come se le esistenze che patiscono e si sbriciolano dietro le sbarre appartenessero a un girone infernale, in virtù di una colpa non emendabile. E mentre noi parliamo, i ragazzi in cella non smettono di morire.