Oggi vengono celebrati i 10 anni di attività del Gruppo Operativo Mobile della Polizia Penitenziaria. Il Gom, istituito nel 1997 e riconosciuto formalmente con decreto del guardasigilli nel febbraio 1999, si occupa dei detenuti sottoposti al regime differenziato del 41 bis. Alla cerimonia intervengono il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta, il ministro della Giustizia Angelino Alfano e il capo del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria Franco Ionta. Ripubblichiamo un articolo apparso sul Manifesto il 28 luglio 2001 all'indomani delle violenze a Bolzaneto.
G.O.M., ovvero Gruppo Operativo Mobile, ovvero corpo speciale di Polizia penitenziaria. Sganciato da ogni controllo è chiamato a gestire le emergenze, i casi particolari, le situazioni a rischio. E la caserma di Bolzaneto era una di queste.
Come sicuramente lo sono state in passato le carceri di Pianosa e Secondigliano, dove il progenitore dei Gom, lo Scopp (Servizio centrale operativo Polizia penitenziaria) è stato coinvolto in gravissime inchieste di pestaggi sistematici. Cambia il nome, ma non cambiano la sostanza e le persone. L'inchiesta sulle violenze nell'isola di Pianosa avvenute nel 1992 - sì proprio quella Pianosa che il Ministro Castelli vuole inopinatamente riaprire - è giunta sino alla Corte Europea dei Diritti Umani, sfiorando la ignominia della condanna per tortura. I giudici di Strasburgo hanno comunque riconosciuto la estrema gravità dei maltrattamenti inferti al povero Benedetto Labita (colpi ai testicoli, manganellate alle gambe, violenze gratuite), successivamente scarcerato perché innocente.
Ma di chi sono le responsabilità quando accadono episodi di violenza brutale da parte delle forze dell'ordine? Dei poliziotti o dei loro datori di lavoro? Le dichiarazioni rese da Alessandro Margara, allora presidente del Tribunale di Sorveglianza di Firenze, alla Corte Europea sono eloquenti: "I fatti accaduti nella prigione di Pianosa erano stati voluti o quanto meno tollerati dal Governo in carica.
In particolare i trasferimenti erano effettuati secondo modalità volte a intimorire i detenuti stessi. La famigerata sezione Agrippa era stata gestita ricorrendo ad agenti provenienti da altre regioni (ossia reparti speciali) che disponevano di carta bianca. Il tutto corrispondeva ad un preciso disegno". Non diversamente da quanto avvenuto nella caserma di Bolzaneto. Poliziotti e uomini di governo parimenti responsabili, a Pianosa, come a Genova.
I Gom, come tutti i gruppi speciali, nelle missioni non rispettano le stesse regole degli altri poliziotti, rispondono a un mandato specifico, lo spirito di corpo, che di per sé condiziona negativamente qualsiasi forza organizzata militarmente in quanto alimenta scelte di autodifesa e di mancanza di trasparenza, si amplifica a dismisura nei reparti speciali.
Corpi chiusi, regole ad hoc, lavoro non soggetto a controlli come per gli altri agenti e quindi rischi di impunità. Sono queste ragioni sufficienti perché tali corpi vengano sciolti. L'ordine pubblico e la sicurezza devono essere gestiti ordinariamente, nel rispetto dei diritti fondamentali della persona.
Più di un anno fa a Sassari è stata aperta la più grande inchiesta per maltrattamenti dell'Europa continentale: più di ottanta gli agenti arrestati, oltre al direttore e al provveditore regionale dell'amministrazione penitenziaria. Nelle prossime settimane sarà deciso il rinvio a giudizio. Sindacati e amministrazione allo scoppiare dello scandalo si difendevano con argomenti del tipo: non si generalizzi, le mele marce esistono dappertutto.
No. Non si tratta di mele marce, si tratta di disegni precostituiti, di scelte politico-culturali. Per smentirci, basta poco. Si sciolgano i Gom e si istituiscano forme indipendenti di controllo dei luoghi di detenzione.