Ci vorrà ancora qualche mese prima che l'indagine sulla morte di Marcello Lonzi, il giovane di 29 anni trovato morto 5 anni e mezzo fa in carcere alle Sughere, possa considerarsi conclusa. Lo confermano dalla Procura della Repubblica.
Ieri mattina la madre della vittima, Maria Ciuffi, è stata al Palazzo di giustizia, in via Falcone e Borsellino, per un colloquio con il magistrato che segue le indagini, il vice procuratore Antonio Giaconi. La donna, che ha lottato per far riaprire il caso ed è convinta che il figlio sia stato picchiato, si è detta soddisfatta di come stanno procedendo le indagini e ottimista sull'esito. Più cauto il magistrato, secondo il quale prima di pronunciarsi bisognerà aspettare l'esito delle perizie tecniche. Sono tuttora in corso, infatti, "significative consulenze", disposte dallo stesso Giaconi, che serviranno per fare chiarezza su come sia morto il giovane.
Gli indagati, per il momento, restano tre: due guardie carcerarie e un detenuto. "Se dopo tutti questi anni presto si arriverà alla conclusione delle indagini non posso che essere sollevata - dice la signora Ciuffi - Non chiedo altro che giustizia e mi sembra che tutto stia procedendo al meglio. Non posso fare a meno di pensare a un particolare: come sostenevo io, le tracce di sangue trovate fuori dalla cella sarebbero di Marcellino.
Questa potrebbe essere la prova del fatto che mio figlio non è morto in cella, ma vi è stato trascinato. In ogni caso, senza entrare nel merito delle indagini, qualunque sarà l'esito, sono soddisfatta di tutti gli approfonditi accertamenti che sono stati fatti". La Ciuffi, che è assistita dall'avvocato Fabrizio Bianchi di Pisa, si è anche affidata a un medico legale di parte per lo svolgimento delle perizie. "Mi sono rivolta al dottor Marco Salvi di Genova. L'ho sempre detto e lo ripeto: mio figlio non è mai stato un santo, ma non meritava certo di morire così".