Si chiamava Alessandro Mascaro, 31 anni, originario di Salerno, il detenuto del carcere di Livorno che ieri pomeriggio è deceduto in cella. Aveva aspirato gas da un fornellino da campeggio per cercare un'ebbrezza simile a quella degli stupefacenti. Il giovane si trovava in compagnia si altri detenuti, quando si è sentito male nel bagno della sua cella.
È stato immediatamente soccorso, ma nemmeno i tentativi di rianimazione sono serviti a salvargli la vita. Mascaro, in carcere per una serie di reati contro il patrimonio e per spaccio di stupefacenti, era solito aspirare i gas di un fornellino da campeggio, che è normalmente in uso nelle celle delle carceri, per cadere in uno stato di ebbrezza. Più volte i sorveglianti delle Sugheraie, il carcere di Livorno, gli avevano sottratto il fornellino per impedirgli questa pericolosa pratica. Ieri pomeriggio, intorno alle 16.30, Mascaro si è fatto prestare un fornellino da un compagno e ha ripreso ad aspirare il gas.
Poco dopo si è recato in bagno. I suoi compagni hanno sentito un tonfo ed hanno pensato immediatamente al peggio, l'anno soccorso e chiesto aiuto alle guardie. Ma per il giovane non c'è stato nulla da fare. In un primo momento si era pensato che il detenuto si fosse suicidato, ma le testimonianze dei compagni di cella hanno consentito di ricostruire l'episodio. Probabilmente per acuire l'effetto del gas, si è coperto la testa con un telo di plastica, poi si è sentito male poco dopo. I suoi compagni di cella hanno spiegato che il giovane era euforico, rideva e scherzava con tutti e non aveva mai mostrato alcun segno di squilibrio o atteggiamenti che potessero far pensare ad un potenziale suicida.