Rosario Trubia aveva 27 anni. Si trovava in carcere a Enna a scontare un ergastolo per duplice omicidio. Lo hanno rinvenuto impiccato, questa mattina, nel bagno della cella che divideva con altri due detenuti. Per gli inquirenti potrebbe trattarsi di suicidio. Ma la magistratura vuole vederci chiaro e sta interrogando i suoi compagni di cella, gli agenti della polizia penitenziaria in servizio al momento dei fatti e i parenti per sapere se nei giorni scorsi c'erano stati elementi che potessero far presagire una decisione così improvvisa e dall'esito così drammatico.
Rosario Trubia, era ritenuto affiliato alla famiglia Rinzivillo di Cosa Nostra, che a Gela risulta divisa in due. L'altra frangia è quella degli Emmanuello, vicini al boss Giuseppe ("Piddu") Madonia. Le due fazioni diedero vita, alla fine degli anni '90, ad una faida con morti e feriti.
Rosario Trubia fu considerato, a torto o a ragione, uno dei più spietati baby killer di quel periodo. Arrestato dai carabinieri, nel 2001, nell'ambito dell'operazione "Reset", ha subito due condanne all'ergastolo: una per l'omicidio di Aurelio Trubia, l'altra per il delitto di Andrea Cavaleri, entrambi gli agguati furono eseguiti nel luglio del 1999, quando sul fronte opposto caddero Emanuele Trubia e Salvatore Sultano, trucidati in un agguato all'interno di una sala da barba. Il suicida non era un pentito e non risulta parente di pentiti ma solo omonimo del collaboratore di giustizia Rosario Trubia, di 44 anni, detto Nino D'Angelo per il suo caschetto di capelli biondi come li portava da giovane il famoso cantante napoletano.