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Perugia: Aldo Bianzino; "morto in carcere", o "morto di carcere"
di Vanna Ugolini
Fonte: Il Messaggero, 29 ottobre 2008
29 ottobre 2008

"La morte in carcere di un detenuto rappresenta un'evenienza sempre possibile. La morte "di carcere" costituisce, invece, uno di quegli eventi che danno la misura di quanto in uno Stato siano o meno rispettati i diritti dell'uomo.

Ciò spiega perché di fronte alla morte di un detenuto si impongano verifiche dettagliate e puntuali, tali da non consentire che permangano margini di dubbio". Così scrive il gip Massimo Ricciarelli nelle motivazioni con cui respinge la richiesta di archiviazione che il pm Giuseppe Petrazzini aveva chiesto in merito alle indagini contro ignoti per l'omicidio di Aldo Bianzino.

Secondo il gip l'inchiesta non va archiviata, ma va indagato meglio e più fondo per stabilire di cosa sia morto il falegname 40enne arrestato il 12 ottobre di due anni fa perché coltivava piante di canapa nel suo giardino e trovato morto nella sua cella due giorni dopo. Per il pm Petrazzini forte di una relazione tecnica, le cause della morte sono naturali, quindi non c'è stato alcun omicidio ma solo omissione di soccorso.

Una guardia non ascoltò, quella notte, la sua richiesta di essere visitato da un medico. Le difese dei familiari di Bianzino, gli avvocati Donatella Donati, Massimo Zaganelli e Cristina Di Natale, avevano, invece, presentato un'altra perizia, a firma del professor Giuseppe Fortuni, in cui si profilava la possibilità che Bianzino fosse morto per dei colpi ricevuti a livello del fegato.

Gran parte delle indagini si concentreranno proprio sulle perizie ma il gip ha chiesto, fra l'altro, che vengano sentite anche le dottoresse che praticarono la rianimazione, le quali sostennero di non aver provocato lesioni nella zona epatica.

Va rimarcato - scrive il gip - che gli elementi acquisiti fin qui non sembrano suffragare l'ipotesi di un traumatismo anomalo subito in carcere da Bianzino": le telecamere interne, infatti, non hanno ripreso nulla di strano. "ma permangono spunti meritevoli di approfondimento anche sul versante della ricostruzione dei dati circostanziali". Insomma, ci sono troppi punti oscuri intorno a quella morte che vanno chiariti. Il pm ha ancora quattro mesi di indagini.