È morto per cause ancora da accertare Vincenzo M., detenuto romano di 39 anni recluso nel carcere Mammagialla di Viterbo da meno di 15 giorni. Lo ha riferito il Garante dei diritti dei detenuti del Lazio, Angiolo Marroni, sottolineando che si tratta del quattordicesimo caso dall'inizio dell'anno nelle quindici strutture laziali (13 detenuti e un agente di polizia penitenziaria), contro gli undici deceduti nel 2007 e i dieci del 2006.
"Un trend in costante e pericolosa crescita", ha osservato Marroni, che ha evidenziato come "occorra fare qualcosa per tutelare meglio detenuti e agenti". A quanto appreso dal garante, il detenuto -morto la sera del primo ottobre- era stato trasferito a Viterbo il 19 settembre dal carcere romano di Rebibbia. In precedenza era stato recluso anche a Civitavecchia.
I morti di quest'anno sono tutti uomini: sei suicidi (compreso l'agente di polizia penitenziaria), quattro deceduti per malattia, quattro per cause ancora da accertare o non accertate. I decessi sono avvenuti a Regina Coeli (tre), Rebibbia (cinque), Viterbo (tre), Velletri e Frosinone. "La scomparsa di Vincenzo è la drammatica conferma che si continua a morire in carcere", ha aggiunto Marroni, "nel drammatico silenzio di una società che preferisce parlare di inasprimento e certezze delle pene piuttosto che di questo".
E ha concluso: "Non vorrei che, così facendo, si dimenticasse che il sistema carcere può schiacciare i soggetti più deboli sia dal punto di vista fisico sia mentale, e che esiste una funzione di recupero sociale di quelli che, anche se detenuti, sono pur sempre cittadini di questa società".