Il piano-immigrazione del governo è "inefficace e fatto sulla pelle degli extracomunitari". Nel giorno in cui da Palazzo Chigi esce il giro di vite contro i clandestini e "Famiglia Cristiana" fa infuriare la maggioranza lanciando in copertina l'allarme razzismo ("Noi, i nuovi barbari. L'Italia è diventata il Paese dell'intolleranza e il razzismo cova nell'intolleranza"), scendono in campo i Gesuiti per attaccare "il trattato di amicizia e partenariato" firmato tre settimane fa a Bengasi da Berlusconi e Gheddafi. Ieri il Consiglio dei ministri ha dato il via libera alla costruzione di dieci nuovi Cpt e alla stretta sul riconoscimento dello "status" di rifugiato (per evitare le finte richieste d'asilo) e sui requisiti per il diritto al ricongiungimento familiare.
"I clandestini arrivati in Italia nel 2008 sono aumentati del 60% rispetto al 2007 -spiega il ministro dell'Interno, Roberto Maroni -. Servono 10 nuovi centri di identificazione e permanenza e vanno ridotti gli abusi visto che l'aumento degli sbarchi di immigrati riguarda soprattutto i richiedenti asilo: 14mila domande di cui la metà accolta.
Il clandestino che arriva viene messo in un centro di identificazione chiuso e controllato, mentre un richiedente asilo viene messo in una struttura senza obbligo di permanenza". Ora è stato posto un freno: il prefetto potrà stabilire un luogo di residenza nell'attesa che la domanda venga valutata. E per gli immigrati regolari sono stati messi paletti alla possibilità di essere raggiunto dai famigliari: sarà la prova del Dna a confermare i vincoli di parentela.
Intanto "Popoli", il mensile dei Gesuiti, punta l'indice contro l'accordo Italia-Libia che chiude i contenziosi sull'avventura coloniale: 5 miliardi di dollari in vent'anni in cambio di "meno clandestini, più gas e più petrolio" secondo la formula del premier. "È una brillante intesa commerciale che costerà cara a chi fugge da guerre e carestie" tuonano i Gesuiti. E dopo il varo del Cdm anche le Acli insorgono: "Il governo è insensibile ai richiami della Chiesa sui ricongiungimenti familiari".