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Immigrazione: Roma; eurodeputati tra rom, nel fango al buio
Alberto Custodero
Fonte: La Repubblica, 20 settembre 2008
20 settembre 2008

Un bambino rom di 8 anni del campo nomadi Casilino 900 chiede all'eurodeputato leghista Mario Borghezio: "Come posso fare i compiti se il Comune ci ha tolto la luce?". Poi, al politico che ha fatto della crociata anti-islam il suo cavallo di battaglia, il piccolo Denis spiega di essere chiamato zingaro "perché sono sporco: ma come faccio a lavarmi se nella baracca non c'è l'acqua?".
È così che Denis, piccolo rom, diventa il protagonista della visita al Casilino 900, ieri sotto una pioggia battente, dei venti eurodeputati della Commissione libertà civili e giustizia ai quali il ministro dell'Interno Roberto Maroni ha annunciato la retromarcia del governo sulla aggravante di clandestinità per i comunitari.
Di fronte alla denuncia di quel piccolo nomade che gli mostra i piedini che s'è ferito camminando nella discarica a cielo aperto della baraccopoli, il piemontese Borghezio - abituato a rispondere al telefono con un "qui Padania" da campione dell'orgoglio leghista - si trasforma in paladino dei rom romani.
Prima recita un pubblico mea culpa: "Dobbiamo vergognarci tutti: è una situazione da quarto mondo". Poi, chiama in causa il ministro dell'Interno che poche ore prima aveva annunciato nuove strutture ("condomini orizzontali") e "certificati di identità rilasciati dalla Croce Rossa ai nomadi".
"Maroni - sbotta Borghezio - ci ha presentato un progetto di scolarizzazione: ma come fanno i bambini rom a studiare al buio?". Quindi, ospite in una baracca, telefona in viva voce, davanti ai nomadi, al sindaco di Roma Gianni Alemanno - ma gli risponde il capo di gabinetto - per chiedergli di "ripristinare subito acqua e luce". Infine, si vanta coi rom per l'elezione di una nomade sinti a miss Padania del Piemonte.
Fra le pozzanghere, una rissa fra lo stesso Borghezio e il leader no-global Vittorio Agnoletto è moderata, inaspettatamente, da un rom, Najo Adzovic, profugo dall'ex Jugoslavia, e autore del libro "Popolo invisibile". Ad Agnoletto che urla "lo spreco dei 3 milioni di euro per il censimento di Maroni, visto che basta un medico igienista per capire che qui mancano fogne, acqua e luce", replica il leghista domandandogli "che cosa ha fatto Rifondazione durante il governo Prodi". Li calma Adzovic ricordando loro che "ai rom non interessano le risse fra politici, ma il nostro futuro".
"Dove volete mandarci?", è la domanda, rimasta però senza risposta, del portavoce dei nomadi, preoccupato dell'intenzione del sindaco Alemanno di trasferire il campo. "Noi avevano dei generatori elettrici - denuncia ancora Adzovic - ma i vigili ce li hanno sequestrati come refurtiva perché non avevamo le ricevute d'acquisto. E così i nostri 300 bimbi sono rimasti senza luce per studiare".
La visita degli europarlamentari si conclude in serata con l'annuncio del presidente della commissione Libe, Gerard Deprez, che "la clandestinità in caso di reato non sarà un'aggravante per i cittadini comunitari", cosa invece attualmente prevista dal di sicurezza convertito in legge il 23 luglio. "Il ministro Maroni - ha precisato il capo della delegazione di Strasburgo - ci ha assicurato che la misura scomparirà dal "pacchetto sicurezza" per i cittadini dell'Unione europea, dopo il parere negativo del servizio giuridico del Parlamento europeo. La norma non è compatibile con i diritti dei cittadini comunitari". "Resta da capire - ha chiosato Deprez - cosa accadrà ai cittadini extracomunitari, ma farlo non è competenza del parlamento europeo".