Il 28 dicembre 1999 morivano sette migranti in un incendio al cpt di Trapani. Lo scorso 24 la morte per omissione di soccorso di un marocchino a Torino. Casi simili in Francia e in Belgio.
Non è la prima volta. Di immigrati negli almeno 224 centri di permanenza temporanea dell'Unione europea ne sono morti a decine negli ultimi vent'anni. Una lista online della ong olandese United documenta decine di episodi di suicidi nei centri di detenzione, morti accidentali durante fughe dalla polizia per evitare l'arresto e il rimpatrio, decessi per mancato soccorso durante la reclusione, vittime di incendi appiccati nei centri per protesta. L'ultima vittima dei cpt italiani si chiama Hassan Nejl, nato a Casablanca, Marocco, il 27 marzo 1970, e morto nel cpt di Torino lo scorso 24 maggio. Era dentro da dieci giorni, con un decreto firmato dal questore di Padova.
I compagni di cella hanno urlato tutta la notte per chiamare i soccorsi. Ma quando il dottore è arrivato, all'indomani mattina, era già troppo tardi. Il 15 e il 17 ottobre del 2007 due ragazzi di 25 e 23 anni, di origine maghrebina, si erano impiccati nel Cpt di Modena. Una lunga serie iniziata con il rogo del Cpt di Trapani, il Serraino Vulpitta, la notte del 28 dicembre 1999, quando sette persone persero la vita in un rogo scoppiato durante un tentativo di fuga. All'estero non va meglio.
Il 22 giugno 2008 un incendio doloso ha quasi completamente distrutto il centro di detenzione di Vincennes, a Parigi, uno dei più grandi di Francia, dove erano detenuti 273 stranieri senza permesso di soggiorno in attesa di espulsione. Un incendio legato alla rivolta scoppiata nel centro dopo la morte, il giorno precedente, di un tunisino per arresto cardiaco in circostanze poco chiare. Una morte simile a quella toccata all'algerino Rachid Abdelsalam e all'egiziano Ahmad Mahmud El Sabah, morti nel centro di detenzione per immigrati di Rotterdam, in Olanda, anch'essi per omissione di cure, la notte tra il 2 e il 3 febbraio 2008. Il primo morto per un arresto cardiaco. Il secondo per un collasso dovuto a un'infezione del fegato non curata.