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Firenze: gli negano "domiciliari", 26enne si impicca in cella
Laura Montanari
Fonte: La Repubblica, 25 giugno 2008
25 giugno 2008

Una corda al collo, a penzoloni nel bagno. Si è ucciso così, unendo le stringhe delle scarpe alle strisce di stoffa tagliate dai jeans. Nemmeno una lettera lasciata a qualcuno, nemmeno una parola o un indizio consegnato ai compagni di cella. È sparito per un quarto d'ora dietro la porta e quando la guardia si è insospettita era già troppo tardi. Niki Aprile Gatti aveva 26 anni, era nato ad Avezzano, in provincia dell'Aquila e viveva tra Rimini e Londra. Sposato, senza figli.

Era finito nel carcere di Sollicciano pochi giorni fa, il 19 giugno, arrestato nell'ambito dell'inchiesta sulle truffe telefoniche legate al prefisso 899, un'operazione condotta dalla squadra mobile fiorentina e coordinata dalla magistratura che aveva emesso diciannove ordinanze di custodia cautelare.

Niki Aprile Gatti gestiva un'azienda di servizi di telefonia a San Marino, una di quelle diventate oggetto delle indagini coordinate dal pm della Dda Paolo Canessa e dal sostituto procuratore Giulio Monferini. Secondo le accuse c'era un'organizzazione che avrebbe truffato ignari utenti, inducendoli a telefonare o a collegarsi con connessioni internet a tariffa maggiorata.

Tutto ciò sarebbe costato complessivamente 10 milioni di euro ai clienti incappati in quei servizi. I proventi invece sarebbero confluiti in società estere "off shore". Nell'ambito dello stesso filone di indagine è stato arrestato il presidente dell'Arezzo Calcio, Piero Mancini, amministratore di una concessionaria di servizi telefonici. Fra i reati contestati a vario titolo agli indagati l'associazione per delinquere, la truffa informatica e il riciclaggio.

Il giovane imprenditore della telefonia è stato portato a Sollicciano lo scorso giovedì: il 20 secondo quanto ricostruisce il garante per i diritti dei detenuti, Franco Corleone, "aveva avuto un colloquio con lo psicologo e non era emerso niente di preoccupante". Dal 20 al 22 era stato ospitato nelle celle del "transito", poi trasferito alla quarta sezione. "Era incensurato e l'impatto con la detenzione deve essere stato traumatico - prosegue Corleone - il giorno prima a due degli arrestati erano stati concessi i domiciliari, a lui no: dopo l'interrogatorio di garanzia il gip gli aveva confermato il carcere. Forse si è scoraggiato pensando a una lunga detenzione, so che aveva cambiato avvocato, altro segnale di inquietudine.

Ho parlato col direttore di Sollicciano e con gli agenti, erano affranti, da tempo non si registravano suicidi nell'istituto fiorentino. Mi hanno spiegato anche che i soccorsi sono stati rapidi". Ieri mattina alla 10 Niki Aprile Gatti aveva avuto la sua ora d'aria, era rientrato in cella, aveva scambiato qualche parola con un agente sul processo, alle 11 uno dei suoi compagni di cella era andato in infermeria per prendere il metadone, un altro era rimasto lì. Lui si è chiuso nel bagno e si è impiccato. "Se posso fare una riflessione ampia e non legata strettamente a questo evento tragico - conclude il Garante - dico che non si può pensare di risolvere tutto col carcere e che a volte se ne dovrebbe fare un uso più prudente. Sono preoccupato anche per il sovraffollamento, Sollicciano sfiora quota 900 detenuti".