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Prato: detenuto di 28 anni s'impicca poche ore dopo l'arresto
Fonte: Ansa, 22 maggio 2008
22 maggio 2008

Un pregiudicato marocchino di 28 anni si è impiccato nel carcere La Dogaia di Prato poche ore dopo l'arresto, avvenuto ieri sera. Il maghrebino era fuggito a piedi a un controllo dei militari che, dopo un inseguimento, erano riusciti a bloccarlo nonostante le sue resistenze.

L'uomo era stato arrestato per resistenza a pubblico ufficiale e lesioni. Poche ore dopo l'arrivo nel penitenziario, l'uomo si è impiccato nella sua cella, dove era da solo, con la maglietta che indossava. Su di lui pendevano due ordini di cattura del tribunale di Mantova risalenti al febbraio scorso per ricettazione, furto aggravato, lesioni e resistenza a pubblico ufficiale. La procura di Prato ha disposto l'autopsia.


Interrogazione parlamentare: "si faccia luce subito"


Un giovane marocchino si è suicidato nel carcere di Prato, è il quattordicesimo suicidio nelle carceri italiane dall'inizio dell'anno. Intervento della Senatrice aretina Donatella Poretti, parlamentare Radicale - Partito Democratico: "Il carcere La Dogaia di Prato, dove nella notte tra martedì e mercoledì scorsi, si è tolto la vita un ragazzo marocchino di 28 anni, dopo poche ore dall'arresto, avvenuto per resistenza a pubblico ufficiale e per lesioni, non è che l'ennesimo caso di suicidio nel giro di pochi mesi, e non è, purtroppo, affatto un'eccezione rispetto a numerose altre realtà carcerarie. Risultano infatti, dall'inizio dell'anno, più di trenta i detenuti morti in carcere, e di questi quattordici sono suicidi. Sappiamo che questo fenomeno nelle carceri è da sempre in costante crescita, di certo complice il grado di disperazione e di annientamento della persona umana, al quale neanche i numerosi sforzi compiuti ogni giorno dagli operatori carcerari, riescono a porre un freno. Del resto, come si sa, i campanelli d'allarme sulla condizione delle carceri italiane suonano ogni giorno più numerosi da ogni angolo d'Italia, denunciando una realtà di manifesta illegalità, inumanità e ingiustizia nella gestione delle pene; una vergogna per il Paese, per il suo senso civico e umano. Prima che arrivi il caldo estivo che di certo non migliorerà la situazione, è necessario intervenire con ogni mezzo. Per queste ragioni con il senatore Marco Perduca, depositeremo un'interrogazione parlamentare al ministro della Giustizia, per sapere nello specifico cosa sia successo al carcere la Dogaia di Prato, e per sapere come il Ministro intenda affrontare questa annosa e permanente emergenza".