Internet per riconquistare la normalità oltre le sbarre. Dove, un anno e mezzo dopo l'indulto, si sta nuovamente stretti e dove, nell'arco di sette anni sono morte 1.208 persone. A tracciare il bilancio di un anno al lavoro tra carceri e "società" sono i volontari di Ristretti, la testata on-line dell'associazione Ristretti Orizzonti diretta da Ornella Favero, da anni impegnata in attività di supporto e aiuto ai detenuti.
I numeri elaborati dall'associazione parlano di 310 edizioni del notiziario diffuse nel corso del 2007, mezzo milione di pagine visitate e registrate, 6.000 notizie diffuse, 7.500 i lettori che quotidianamente hanno ricevuto il notiziario e 500 le iniziative, svolte in tutta Italia, pubblicizzate dallo stesso notiziario. L'attività di Ristretti e dell'associazione non si ferma comunque qui. Nelle pagine del sito web, che offrono una serie di servizi che vanno dal supporto assistenziale a chi ha problemi di salute all' assistenza per coloro che lasciano il carcere, continua anche con la raccolta dati e l'elaborazione.
Una su tutte il dossier "morire di carcere" che secondo l'inchiesta effettuata dai volontari di Ristretti parla di 1.208 persone morte dietro le sbarre nell'arco di sette anni. Nel dossier elaborato da Ristretti c'è anche la distinzione tra suicidi e totale e inoltre i dati relativi ai singoli anni. Numeri che fanno segnare il picco di maggiore valore nel 2001 con 177 morti e 69 suicidi, seguito poi dal 2005 con 172 morti e 57 suicidi. Nei dati elaborati dall'associazione si nota, comunque un progressivo calo negli ultimi due anni, dato che si passa dai 172 del 2005 (il periodo in cui si è registrato il massimo affollamento delle celle) al 2007 con 120 morti, di cui 43 suicidi. Dati che, come scrivono i volontari nei comunicati e nella rivista on-line, che "non devono essere sottovalutati".
L'attività dei volontari però va anche oltre e vede inoltre la realizzazione di documentari, video e la pubblicazione di libri che dal carcere vanno ad affrontare la vita di tutti i giorni, compresa una collaborazione con le scuole. E ci sono le pagine web che danno assistenza a chi è in difficoltà fornendo supporto legale ma anche logistico, come per esempio dando informazioni su come muoversi e dove andare a bussare anche per trovare lavoro una volta lasciato il carcere. Non è tutto. I volontari di Ristretti lanciano anche un appello perché "non ci siano più bimbi in carcere e vengano chiusi gli ospedali psichiatrici giudiziari".