Le carceri si affollano nuovamente e cresce anche il numero dei detenuti che muoiono dietro le sbarre. Il dossier elaborato da Ristretti orizzonti, l'associazione che edita anche il notiziario di www.ristretti.it, parlano chiaro: dal 1 gennaio al 31 ottobre nelle carceri d'Italia parlano di 96 detenuti morti dietro le sbarre, 37 dei quali per suicidio.
E i numeri elaborati dall'associazione, che, come spiegano i volontari nel grafico "non rappresentano la totalità delle morti che avvengono all'interno dei penitenziari italiani", mostrano comunque la crescita del fenomeno. Si passa, infatti, dai sei casi di gennaio, cinque morti per malattia e uno per incidente, ai 5 di febbraio - marzo.
Una prima impennata però di registra ad aprile quando dietro le sbarre si uccidono sei persone, due detenuti muoiono di overdose e uno di malattia. Un dato che si registra anche nei mesi successivi. Tra settembre e ottobre il bollettino stilato da ristretti parla di 17 persone morte dietro le sbarre, tra suicidi, overdose, malattia e cause da accertare. Un dato che, come spiegano i volontari "evidenzia la crescita del fenomeno". Non è comunque tutto.
Le statistiche elaborate da Ristretti riguardano anche i sette anni che vanno dal 2000 al 2007. In questo periodo dietro le sbarre si sono uccise 426 persone (pari al 36 per cento del totale) e ne sono morte complessivamente 1185. Dati che fanno registrare una crescita, soprattutto, negli ultimi due mesi. Motivo?.
"La tendenza, come ha spiegato il direttore del Dap è quella di un ingresso di mille persone al mese - spiega Fabrizio Rossetti - è chiaro che le risorse che prima potevano andare bene per un certo numero di persone adesso comincino ad essere ridotte". Risultato? "Meno servizi per chi sta dietro le sbarre, perché le somme sono sempre le stesse". Troppo poche per far funzionare un sistema che nell'arco di un anno "rischia di dover fronteggiare una nuova stagione di sovraffollamento".
Punta il dito sul pacchetto sicurezza, invece, Patrizio Gonnella, presidente di Antigone. "Si tratta di un insieme di norme che non aiuteranno la giustizia e la sicurezza di questo Paese. Ci avevano detto che avrebbero riformato il codice penale e invece hanno nuovamente e disordinatamente messo mano alla custodia cautelare, alla Simeone - Saraceni, al sistema penitenziario. Questo ultimo non sarà capace di reggere l'impatto dell'ennesimo inutile e dannoso pacchetto sicurezza. Al posto di rendere efficiente l'azione investigativa e di giustizia riducendo i tempi dei processi, si va ad alimentare un ulteriore e ingiustificato allarme sociale".