"Domenica scorsa Aldo Bianzino, 44enne di Pietralunga, arrestato per detenzione illegale di stupefacenti, è morto in carcere. La vicenda ha contorni che è poco definire oscuri e la Procura di Perugia ha deciso di aprire un'indagine sulle cause del decesso del detenuto".
È quanto ricorda, in una nota il capogruppo di Rifondazione comunista Stefano Vinti preoccupato perché "fatti come questi rischiano di assumere un tono scontato, quasi di normalità".
"È del tutto evidente - evidenzia il capogruppo del Prc-Se - che la magistratura farà il suo lavoro, ma l'episodio ci lascia inquieti perché il medico legale avrebbe già escluso l'ipotesi di una morte per infarto. Inoltre - aggiunge - un arrestato resta in isolamento fino a quando non lo vede il giudice delle indagini preliminari, senza entrare in contatto con altri detenuti.
Ora - dice - attendiamo i reperti istologici e gli esami tossicologici per capire come è morto il detenuto".Vinti chiede, quindi, di sapere "se la morte in carcere di Aldo Bianzino sia opera del caso o opera dell'uomo. Questo - commenta - perché il carcere resta ancora oggi una realtà chiusa e la chiusura aumenta quando succede un fatto grave come quello di un decesso. Il sistema delle nostre carceri purtroppo lo conosciamo.
La vita delle persone che vi entrano - sottolinea - sembra valere immediatamente di meno. Per questo abbiamo sostenuto con forza l'istituzione nella nostra regione del Garante delle carceri avvenuta con legge regionale il 18 ottobre dello scorso anno. È stata una scelta che abbiamo definito di civiltà perché convinti che la Regione dell'Umbria non possa disinteressarsi dei problemi nelle nostre carceri.
A distanza di un anno, però, - spiega - occorre che l'intera comunità politica regionale riconosca la necessità della nomina del garante, con la duplice funzione di controllo, per le competenze proprie dell'amministrazione regionale, e di moral suasion, per le competenze del ministero della Giustizia, al fine di imboccare un percorso virtuoso per la piena affermazione, senza se e senza ma, del pieno riconoscimento della dignità umana".
"La morte di Aldo, - aggiunge Vinti - incarcerato per possesso di marijuana, non può diventare improvvisamente un fatto normale, proprio oggi che apprendiamo dal decimo rapporto Sos Impresa" (Confesercenti) che l'azienda italiana con il maggior fatturato è la mafia". Vinti, in conclusione, fa sapere che "è contro questa assurda normalità che Rifondazione comunista dell'Umbria si pone, mettendo l'informazione e la trasparenza al centro dei percorsi di cambiamento della cultura penitenziaria. Chiediamo chiarezza sulla morte di Aldo Bianzino, chiediamo la verità, chiediamo una spiegazione coerente con quello che è accaduto".
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"Se fossero accertate le gravissime lesioni che sarebbero state riscontrate sul corpo di Aldo Bianzino, deceduto nel carcere di Perugia in circostanze oscure, saremmo di fronte a un fatto di inaudita gravità".
Il senatore di "Insieme con l'Unione" Mauro Bulgarelli, ha presentato un'interrogazione parlamentare sulla vicenda avvenuta la scorsa settimana nell'istituto di pena, dove un uomo, arrestato con l'accusa di coltivare piante di cannabis presso la propria abitazione, è improvvisamente deceduto nella notte tra il 13 e il 14 ottobre senza una valida motivazione.
"È sconcertante che a 24 ore dall'arresto, le cui circostanze sono peraltro da chiarire, un uomo muoia in carcere per cause che potrebbero essere non accidentali e far addirittura ipotizzare un pestaggio. Così come - continua Bulgarelli - è grave che a 10 giorni dalla morte i familiari non abbiano ancora potuto vedere il corpo del loro congiunto e la direzione del carcere non abbia fornito loro spiegazioni su quanto accaduto e non si sappia nemmeno se l'uomo fosse tenuto in isolamento o in compagnia di altri detenuti." Il parlamentare sottolinea infine la necessità di chiarire al più presto le cause del decesso e soprattutto che vengano accertate tutte le eventuali responsabilità, a partire da quelle della direzione dell'istituto di pena.
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Interrogazione con carattere d'urgenza al Ministro della Giustizia
Premesso che, da notizie apprese dalla stampa, nella notte di venerdì 12 ottobre è stato arrestato nella propria abitazione, nel Comune di Petralunga (PG) per violazione dell'articolo 73 del Dpr 9 ottobre 1990, n. 309, il signor Aldo Bianzino; dopo l'arresto, lo stesso sarebbe stato condotto assieme alla moglie nel commissariato di Città di Castello per le formalità di rito e quindi trasferito nel carcere di Capanne (PG); i due coniugi sarebbero stati divisi non appena entrati in carcere, e sarebbero state riscontrate da parte dell'avvocato d'ufficio condizioni normali di salute in entrambi; nella notte di sabato 13 ottobre il signor Aldo Bianzino è deceduto all'interno della struttura penitenziaria; il signor Bianzino, secondo le normali procedure, sarebbe stato ristretto in cella da solo, prevedendo la prassi l'isolamento dell'arrestato prima dell'incontro con il Giudice preliminare; le lesioni riscontrate sul corpo del signor Aldo Bianzino, dopo il suo decesso, configurerebbero la compatibilità con l'omicidio, in quanto il medico legale escluderebbe la morte per infarto, riscontrando quattro commozioni cerebrali, lesioni al fegato, due costole rotte.
Si chiede di sapere quali procedure urgenti il ministro in indirizzo intenda avviare per fare completa chiarezza sulla vicenda.
Sen. Erminia Emprin Gilardini
Sen. Giovanni Russo Spena
Sen. Haidi Gaggio Giuliani