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ILARIA ALPI:COMMISSIONE SPACCATA, RAPIMENTO O AGGUATO?
Fonte: ANSA ROMA, 15 nov
19 novembre 2005

Fu un tentativo di rapimento finito in tragedia fatto nei confronti di giornalisti italiani in genere da una fazione della guerriglia somala, o un agguato premeditato portato a termine proprio per colpire Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, testimoni scomodi di presunti traffici nella Somalia del post Siad Barre? La domanda e' sempre la stessa, identica da 11 anni, da quel 20 marzo 1994 quando a Mogadiscio furono uccisi i due giornalisti italiani. La polemica, che sottende a quella domanda, e' intanto divampata nuovamente spaccando la stessa Commissione di indagine presieduta da Carlo Taormina che oggi a Palazzo San Macuto (polemica anche l'assenza dei genitori di Ilaria) ha presentato le conclusioni della perizia sulla Toyota su cui viaggiavano Ilaria e Miran. Un dato, quello dell'esito della consulenza affidata agli esperti del Viminale, che sgombra, pero' in modo bipartisan, il campo da polemiche e divisioni e sul quale l'intera commissione si e' trovata in accordo: a sparare sulla Toyota fu un solo kalashnikov, per undici volte. Due i proiettili fatali rispettivamente per Miran, una pallottola 'dumping', e per Ilaria, colpita da una pallottola normale. La distanza del fuoco era di circa cinque metri. Viene cosi' a cadere l'ipotesi del 'colpo a contatto' e cioe' che Ilaria fosse stata finita da uno sparo a bruciapelo, come per una esecuzione. Ma la commissione si e' divisa ancora sulle presunte conclusioni fatte dallo stesso Taormina ai giornalista al termine della conferenza stampa. Da un lato, con Taormina, i commissari del centrodestra, dall'altro Rosi Bindi e i componenti del centrosinistra tra cui il vicepresidente Raffaello De Brasi. Motivo della contesa e' proprio la premeditazione che, secondo Taormina, avrebbe riguardato la messa in atto di un sequestro, finito, poi in duplice omicidio. Insomma, secondo il presidente non si tratto' di un agguato mirato ad uccidere proprio i nostri due connazionali.
Ipotesi, invece, che secondo Rosi Bindi, che si e' dissociata da queste affermazioni ''anticipa le conclusioni del lavoro della Commissione e che e' solo di Taormina''. ''Spiace dover prendere atto che la verita', facendo male, non la si voglia accettare nemmeno da chi, come alcuni componenti della Commissione parlamentare d inchiesta, ha contribuito a scovarla - ha poi detto Taormina in una nota diffusa in serata -. Mentre non vi sono certezze sugli autori dell'eccidio nulla e' piu' da chiarire quanto a dinamica e contesto che caratterizzarono l'azione''. ''Molti testimoni - ha aggiunto il presidente - hanno riferito alla Commissione che era prevista un'azione violenta contro giornalisti, avvertimento non conosciuto da Hrovatin e Alpi solo perche' non si trovavano a Mogadiscio. Tutti concordano, persino i genitori di Ilaria Alpi, sul fatto che primo a sparare sia stato l'uomo della scorta di Ilaria. Non si comprende, pertanto, dove possa essere il disaccordo di facciata di alcuni commissari. Mi rivolgo ai genitori di Ilaria Alpi invitandoli a riflettere e a non continuare ad essere vittime di cantastorie. I fatti sono andati come la Commissione ha accertato e Ilaria e Hrovatin sono stati i primi giornalisti italiani ad aver perso la vita nell'adempimento del sacrosanto dovere di informazione. Pensino, i genitori di Ilaria, ad onorare la memoria della figlia nella limpidezza degli accertamenti fatti piuttosto che continuare a far navigare nelle chiacchiere o nelle speculazioni mass-mediatiche il nome della figlia, facendo la fortuna economica di autentici mercenari''.
Di parere completamente diverso e' Rosi Bindi: ''Per quanto ci riguarda c'e' ancora molto lavoro da fare prima di dire che Ilaria Alpi e Miran Hrovatin siano stati oggetti di un sequestro poi finito in omicidio. Fino a quando c'e' stata la conferenza stampa pubblica tutto e' andato bene: anzi diamo atto alla polizia scientifica di aver fatto un ottimo lavoro e anche grazie a cio' che oggi siamo in possesso di notizie che mai erano state acquisite in precedenza. Ma non condividiamo affatto le affermazioni fatte dal presidente Taormina, ai giornalisti. Quelle sono opinioni del presidente e non della Commissione che non ha ancora accertato ed elaborato alcuna conclusione''. Intanto a febbraio, scadenza dei lavori, la Commissione dovra' giungere alle sue conclusioni.