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Unione: Taormina ha usurpato la commissione d'inchiesta
Fonte: "Velino" - 23 settembre 2005
23 settembre 2005

Roma, 23 SET (Velino) - I deputati dei gruppi dell'Unione della commissione d'inchiesta sulla morte di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin hanno scritto al presidente Carlo Taormina per chiedergli di "rispettare pienamente il regolamento e di astenersi da nuove iniziative personali che danneggino il funzionamento della commissione stessa". Sotto accusa e' il comportamento tenuto da Taormina in merito alla perizia sull'auto in cui si suppone siano stati uccisi la giornalista e l'operatore e alle risposte da dare alla Procura di Roma, che aveva chiesto un esame congiunto. Secondo i deputati dell'opposizione Rosy Bindi, Elettra Deiana e Carmen Motta, "Taormina ha fatto tutto da solo esercitando un potere che non aveva, ignorando la richiesta di predisporre un parere tecnico della commissione, aprendo un inutile conflitto con un altro potere dello Stato". Questo il testo della lettera: "Egregio presidente le avevamo chiesto di convocare con urgenza l'Ufficio di presidenza della commissione in base all'articolo 6 del regolamento per valutare, come nostro dovere e diritto, gli atti da lei decisi circa la perizia da fare sull'auto che si suppone essere quella sulla quale hanno trovato la morte Ilaria Alpi e Miran Hrovatin e per decidere insieme la risposta da dare alle lettere della Procura di Roma nelle quali si sosteneva l'opportunita' di un esame congiunto del corpo del reato. Lei con una decisione unilaterale e illegittima ha negato alla opposizione i diritti che le sono riconosciuti dal regolamento della commissione che lei presiede. Non ha voluto convocare per tempo l'Ufficio di presidenza e non ha dato seguito alla richiesta del vicepresidente di minoranza di predisporre un parere tecnico sulla questione sollevata dalla Procura di Roma. Ha fatto invece tutto da solo esercitando un potere che non aveva. Ha usurpato funzioni della commissione predisponendo da solo le domande da porre alla base della perizia sull'auto e ha risposto da solo alla Procura di Roma. In questo modo lei si e' assunto la responsabilita' di aprire un inutile conflitto politico con l'opposizione. Inoltre ha dato vita a un altrettanto inutile conflitto con un altro potere dello Stato ponendo in essere comportamenti e omissioni che violano il principio costituzionale di leale collaborazione. La magistratura potrebbe anche non aver agito con sollecitudine e professionalita' in questa drammatica vicenda. Rileviamo che in questi casi il compito di una commissione parlamentare d'inchiesta, che agisce con i poteri e i limiti dell'autorita' giudiziaria, ma che non e' organo giurisdizionale, ma organo politico, e' documentare e denunciare le eventuali inadempienze di un ufficio giudiziario, non sostituirsi a esso. Ma la questione che piu' ci preoccupa riguarda il fatto che le sue decisioni rischiano di invalidare il lavoro della commissione. Esiste il rischio che la perizia sull'auto non possa essere utilizzata nel procedimento aperto dalla Procura di Roma e che la manipolazione dell'auto non consenta alla magistratura di svolgere successivamente le proprie verifiche. La leale collaborazione che deve intercorrere tra organi istituzionali avrebbe consigliato un esame congiunto del corpo del reato per evitare il rischio di una perizia inutilizzabile ai fini processuali. Per di piu' le avevamo chiesto di informare la commissione circa le modalita' con le quali la commissione era venuta in possesso dell'auto e di evidenziare alla commissione i riscontri sull'autenticita' dell'auto stessa. Per queste ragioni le chiediamo di ordinare la sospensione della perizia e di prendere accordo con la Procura di Roma per l'esame congiunto dell'auto. Infine le chiediamo formalmente di rispettare in futuro il regolamento e di astenersi da altre iniziative personali che inficiano la funzionalita' stessa dell'organo parlamentare. Sta a lei garantire il ritorno alla normale dialettica parlamentare all'interno della commissione convocando l'Ufficio di presidenza per addivenire a deliberazioni collegiali".