Si sono incontrate per la prima volta una settimana fa, Gemma Calabresi e Licia Pinelli. Due donne divise dalla storia, che di fronte al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, si sono strette la mano, guardate negli occhi, parlate. Dopo 40 anni. Ieri, nel giorno del 37esimo anniversario dell'omicidio di suo marito, la vedova del commissario Luigi Calabresi ha compiuto un passo in più. E si è detta favorevole a una lapide in ricordo di Pinelli proprio lì, nella questura di via Fatebenefratelli di Milano, dove l'anarchico morì precipitando da una finestra all'indomani della strage di piazza Fontana e dove è stato eretto un busto in memoria di Calabresi: "Non avrei assolutamente nulla in contrario. Mi sembrerebbe giusto, perché lì è morto, che ci fosse un ricordo", ha detto.
Ma per la famiglia Pinelli una targa a Milano c'è già. E deve rimanere dov'è; in questura non avrebbe senso: "Apprezziamo le parole della signora Calabresi, ma è nostro desiderio che rimanga la lapide posta dagli studenti e dai democratici milanesi in piazza Fontana, in ricordo della diciassettesima vittima", spiega la figlia Silvia anche a nome della madre Licia e della sorella Claudia.
E da Londra, il capo dello Stato è tornato a occuparsi di terrorismo. Ricordando il professor Massimo D'Antona ucciso dieci anni fa in un agguato in via Salaria a Roma, ha detto: "Trasmettere il ricordo alle giovani generazioni delle tante vittime della cieca e crudele violenza del terrorismo politico, è un dovere della comunità nazionale".
È il giorno delle commemorazioni, in via Fatebenefratelli. Vengono deposte le corone davanti al busto del commissario e alla lapide per la strage avvenuta il 17 maggio 1973, durante il primo anniversario dell'omicidio. Ed è finita la cerimonia, che Gemma Calabresi commenta con i giornalisti la possibilità che Pinelli venga ricordato in questura: "Anche se - aggiunge - non sono io che devo decidere, ma il questore". Eppure, per la famiglia Pinelli e per gli anarchici milanesi, la vera targa rimane quella che, gli "studenti e i democratici milanesi" misero nel '72 in piazza Fontana. Nel 2006, l'ex sindaco Gabriele Albertini la sostituì con una "ufficiale" del Comune: anarchici e partiti di sinistra la rimisero al suo posto. Ma il vicesindaco del Pdl, Riccardo De Corato, attacca: "Una targa abusiva dei centri sociali non rappresenta la memoria della città".
D'accordo sulla lapide in questura è il premio Nobel Dario Fo: "Gemma Calabresi si dimostra una donna eccezionale con un alto senso civico". Per il presidente della Provincia, Filippo Penati, sarebbe "un gesto importante". Il sindaco Letizia Moratti dice: "Oggi più che mai la nostra umanità deve andare al di là delle ideologie". Adriano Sofri commenta l'abbraccio di una settimana fa: "Sono stato molto contento di quella giornata".