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Le chiavi di casa Badalamenti a Casa Impastato
Stefano Galieni
Fonte: Liberazione, 9 maggio 2010
9 maggio 2010

Corso Umberto, Cinisi provincia di Palermo. Dal numero civico 220 al numero 183 ci sono 100 passi. Sono i 100 passi che separavano la casa di Peppino Impasto ucciso dalla mafia il 9 maggio del 1978 dalla casa di Tano Badalamenti, mandante dell'omicidio. Oggi dopo trentadue anni alla fine del corteo che percorre il corso di Cinisi il sindaco del paese consegnerà finalmente le chiavi della casa di Tano Badalamenti alla Casa Memoria Peppino e Felicia Impastato. Ed era emozionato, ieri Salvo Vitale, presidente dell'Associazione nell'annunciare quello che da tanti anni si aspettava, un gesto forte e simbolico, la casa di Badalamenti era stata confiscata già nel 1984, ma ci sono voluti tanti anni per ottenere che da quella confisca potesse nascere un progetto sociale per la città.
«Ne faremo una biblioteca - ha annunciato Salvo Vitale - dentro ci saranno tutti i libri di Peppino, dei suoi amici e di chi vorrà donarci materiale in cui si raccontano le lotte operaie e le lotte contro la mafia, ma vogliamo che questo nuovo spazio diventi anche luogo di aggregazione per chi vuole costruirsi un futuro migliore». L'annuncio è stato dato durante uno dei tavoli programmatici del Forum Antimafia 2010 che si è tenuto a Cinisi a partire da venerdì 7. Tre giorni di dibattiti intensi, animati dalla presenza di soggetti provenienti da gran parte d'Italia, boyscout, ragazzi dei centri sociali, delle forze della sinistra e del sindacalismo di base che si sono incontrati per parlare non soltanto di mafie e di criminalità, ma di quelli che sono i problemi che stanno a cuore non solo alla Sicilia, ma all'intero Paese.
Si è iniziato entrando nel cuore di quella che è la campagna referendaria per l'acqua, tanti interventi in cui si è raccontato come in Sicilia lo sperpero delle risorse idriche abbia costituito da sempre uno strumento di potere e di controllo sociale. Battersi per l'acqua pubblica in Sicilia significa battersi per impedire che le mafie abbiano anche il controllo di questo fondamentale bene comune.
La giornata di ieri, invece, è stata divisa fondamentalmente in due parti, nella mattinata dovevano essere affrontati del lavoro e dell'immigrazione. Erano stati pensati come momenti separati, ma poi l'intrecciarsi delle dinamiche reali dei conflitti e delle vertenze del ruolo degli stessi soggetti sociali ha fatto sì che interventi di cassintegrati, precari della scuola, disoccupati si intrecciassero con testimonianze dell'antirazzismo e dell'autorganizzazione migrante. Ne è nato un dibattito intenso e molto partecipato, affatto scontato in cui accanto alle grandi questioni spesso evocate si è cercato di introdurre elementi di soluzione, di propositività di azione sociale e politica concreta e immediata. Ottimo risalto hanno avuto, ad esempio, gli interventi che hanno declinato questi temi, nel quadro della crisi attraverso l'ottica del partito sociale, vissuto come strumento in cui operare con i soggetti sociali e non per i soggetti sociali. Nel pomeriggio la sala affollatissima che ha ospitato la tre giorni ha visto la presenza di Atonio Ingroia, procuratore distrettuale antimafia. Il tema affrontato, quello della perdita degli spazi di democrazia attraverso le riforme costituzionali e l'avanzare del neofascismo, è stato aggredito con una lucida ricostruzione da parte del magistrato.
Un tema che ha scatenato numerose riflessioni: il rischio che uno strapotere dell'esecutivo, l'assenza di conflitto sociale, la perdita progressiva degli spazi di agibilità democratica, anche attraverso il ruolo sempre più sotto attacco dell'informazione, stiano portando il Paese verso una condizione di strisciante dittatura è stato percepito da una sala attenta composta soprattutto da giovani.
Nutrita la presenza di Rifondazione comunista, oltre ai dirigenti locali erano infatti presenti Giovanni Russo Spena, Alfio Nicotra, Francesco Piobbichi, Anna Belligero, a dimostrazione di una forte attenzione del partito rispetto a questo forum. Oggi il forum si conclude con una mattinata di dibattito attorno alla figura di Peppino Impastato e nel pomeriggio con un corteo che attraverserà le strade di Cinisi, dove sarà presente anche il segretario Paolo Ferrero.