32 anni fa il 9 maggio fu un giorno tragico che di sicuro non sarà mai più dimenticato, sancì un limite invalicabile tra il "prima" e il "dopo", ci portò l'esigenza di reagire, di superare il dolore lancinante, la paura, ed affrontare a testa alta i carnefici mafiosi e i depistatori istituzionali senza nemmeno poter immaginare quali sarebbero stati gli esiti, se alla fine del percorso ci saremmo trovati ad affrontare un ancor più forte senso di impotenza o sconfitta o se avremmo mai assaporato qualche seppur minimo risultato positivo.
Nel frattempo percorrevamo le tappe, anno per anno, a partire dal 9 maggio del 1979 che fu la prima grande esplosione in piazza della nostra rabbia, della voglia di ribellarci e di fare, della necessità di far capire quali erano le nostre ragioni e i nostri sentimenti, far capire che la forza del cambiamento non si era fermata.
Ogni 9 maggio è una pietra miliare, il giorno in cui ci volgiamo indietro per guardare quanto abbiamo fatto e ci fermiamo ad immaginare il futuro, ci riuniamo per confrontarci, per leggere assieme la realtà che ci circonda e per inventarci nuove strategie di risposta, nuove possibilità di azione e non solo di reazione.
Il 9 maggio resta, però, anche un'importante occasione per vivere un modo diverso di fare cultura, un contesto nel quale la musica, l'arte, lo sport, il teatro riassumono il loro originario aspetto di trasmissione e di comunicazione di emozioni, concetti, esperienze sempre diverse e per questo sempre affascinanti, superando ogni confine, ogni pregiudizio, ogni limite imposto. Diversi artisti noti o meno noti ci hanno sempre gararantito il loro sostegno senza avere nulla in cambio se non la nostra riconoscenza e l'apprezzamento per la loro onestà d'animo grazie alla quale riescono rispettare la loro opera e i suoi fruitori non lasciandosi sopraffare dall'aspetto della compravendita.
Anche quest'anno, però, dopo la fase di progettazione del 9 maggio arriverà in un lampo quella della messa in pratica ed avremo notevoli spese da affrontare, più di quanto le nostre misere forze (nonostante un piccolo contributo da parte del Ministero della pubblica istruzione legato ad un protocollo d'intesa, ormai in scadenza, firmato ai tempi del governo Prodi) possano garantire. Per questo vi chiedo di aiutarci, di inviarci anche un piccolo contributo. Sono consapevole del fatto che i continui ladrocinii e la iniqua e scellerata distribuzione dei fondi pubblici stanno impoverendo notevolmente il nostro tessuto sociale, ma vi esorto a intervenire per difendere gli ultimi spazi di libera espressione che ci rimangono, le ultime manifestazioni politico-culturali organizzate realmente dal basso.
Vi abbraccio,
Giovanni Impastato
Associazione culturale Peppino Imapstato - Casa Memoria
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