Nuova confisca per il patrimonio del boss mafioso Tano Badalamenti, morto quattro anni fa negli Stati Uniti mentre espiava la pena in una galera americana per traffico internazionale di droga, mai estradato per l'assassinio di Peppino Impastato, per il quale il tribunale di Palermo lo ha condannato al'ergastolo. La Corte d'Assise di Palermo presieduta da Renato Grillo ha confermato la decisione adottata nel luglio di un anno fa dalla sezione di misure di prevenzione del Tribunale di Palermo. Non c'è una stima ufficiale del patrimonio del boss di Cinisi, ma secondo quando ha riportato ieri il sempre bene informato Giornale di Sicilia l'ammontare dei beni sottoposti a confisca si attesterebbe intorno ai 100 milioni di euro, tra fondi rustici, tra Cinisi, Montelepre e Carini, tutti nel palermitano, più diversi appartamenti a Palermo e a Cinisi, compreso quello in cui hanno vissuto la vedova e i figli di "Tano Seduto", reso celebre dal film di Marco Tullio Giordana "i Cento Passi". Nell'elenco dei beni che sono stati confiscati ai Badalamenti, rispetto alla decisione della Corte d'Assise di Palermo, manca solo un terreno di 76 ettari in contrada Dainasturi, tra Cinisi e Carini. Terreno dislocato in contrada Zucco, a poca distanza dal covo dove è stato preso Totò Lo Piccolo e a poca distanza dalle proprietà degli eredi di don Agostino Coppola, prete mafioso di Carini. Pare che la tenuta di Badalamenti fosse l'antica residenza estiva della famiglia nobiliare dei La Grua, proprietari del castello di Carini dove si compì, non per una storia di corna ma per un bieco disegno di potere, l'assassinio della baronessa Laura Lanza La Grua per mano del padre. La difesa della famiglia dei Badalamenti, rappresentata dagli avvocati Paolo e Rocco Gullo, aveva sostenuto davanti alla Corte d'Assise l'impossibilità di adottare il provvedimento di confisca a Tano Badalamenti, morto senza avere mai subito l'applicazione di una misura di prevenzione patrimoniale.