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contro la psichiatria e il mondo che la produce
Gli anarchici e le anarchiche dell'Ateneo Libertario di Napoli
19 novembre 2006

Una storia come tante quella di Giuseppe Casu, un venditore ambulante abusivo di Quartu Sant'Elena, in provincia di Cagliari. Dopo che gli sbirri gli avevano notificato due multe di 5000 euro in due giorni, è stato immobilizzato e rinchiuso a causa della sua "agitazione psicomotoria". Il sindaco ha firmato un documento in cui alcuni "medici", senza aver mai visto né conosciuto Giuseppe, lo giudicavano meritevole di un Trattamento Sanitario Obbligatorio (ricovero coatto). Niente di eccezionale: è la pratica eseguita da ogni sindaco in caso di "necessità" ed ogni ospedale possiede un reparto adibito a questo tipo di ricoveri. Il trattamento pure è stato quello solito: Giuseppe è stato legato mani e piedi per sette giorni ed imbottito di psicofarmaci, sebbene fosse ferito dall'aggressione e riportasse tracce di sangue nelle urine. La terapia però non ha funzionato (o ha funzionato troppo): Giuseppe è morto il 22 giugno per "tromboembolia venosa". In realtà è morto di "guerra all'abusivismo" e di "battaglia per la legalità".
Lo strumento con cui lo stato lo ha ammazzato si chiama psichiatria e, al contrario di quanto si pensa, non ha niente a che vedere con la medicina. È una pratica poliziesca: non esiste disciplina medica che preveda cura contro la volontà del paziente. Chi è fuori dai limiti imposti dall'autorità viene eliminato. Ma gli sbirri moderni qualche volta, anziché piantarti una palla in fronte, si travestono da medici e ti "curano" dalla tua "pazzia". Insomma li dovresti pure ringraziare. Quell'ingrato di Giuseppe invece si agitava come un pazzo solo perché dopo diecimila euro di multa lo immobilizzavano e lo caricavano di peso su un'ambulanza. L'unica malattia che aveva era il non possedere una licenza per vendere i suoi ortaggi. Vabbè si sono sbagliati,... però "la gente si lamenta, non si trova parcheggio e i bottegai che vendono la verdura in negozio si lamentano della concorrenza", come ha detto l'assessore alle politiche sociali di Quartu, De Lunas, a mo'di giustifica. In altre parole, non era pazzo Giuseppe (e non ci sarebbe niente di strano nell' impazzire quando si è derubati ed aggrediti da uomini armati), però dava fastidio. Questa è la psichiatria: non ne esiste una buona! Levate allo psichiatra il potere della violenza ed una persona indifesa da "curare" e non vi resterà che l'intolleranza di un uomo rispetto a certi comportamenti, rivestita di teorie pseudoscientifiche (più o meno tante quanti sono gli psichiatri).
Se credete che la faccenda non vi riguardi perché siete delle persone per bene che non mostrano segni di squilibrio date uno sguardo al sito www.aifa.it dell'Associazione Italiana Famiglie ADHD. Si tratta di un associazione che promuove l'applicazione di trattamenti psichiatrici sui bambini diagnosticati afflitti da Attention Deficit Hyperactivity Disorder. Sul loro sito si legge che i malati "sono alcuni di quei bambini che troviamo alle feste dei nostri figli, nei bus o sul treno, nelle scuole o per la strada e che si mostrano continuamente agitati, in continuo movimento, che non riescono a stare mai fermi, che si dimenano continuamente e che i genitori trovano grande difficoltà a tenere "buoni". Quando, poi, iniziano a frequentare la scuola sono quei bambini che le insegnanti non vorrebbero mai tenere: si alzano continuamente dal loro posto, danno fastidio ai compagni, non riescono a svolgere i compiti assegnati e finiscono spesso per cambiare banco, classe e talvolta scuola". Ma l'AIFA ci spiega che "in realtà questi bambini non hanno nessuna colpa, né tanto meno i loro genitori che invece vengono spesso additati come incapaci a svolgere bene il proprio ruolo di educatori. Se il bambino risponde ad una serie di criteri clinici ben definiti dal mondo scientifico la loro è una vera patologia organica e come tale meritevole di una precisa terapia. Solo con l'ausilio di una giusta terapia i bambini cambieranno radicalmente il loro modo di vivere e tutti, genitori, insegnanti, compagni ma soprattutto il bambino, potranno finalmente cogliere la bellezza di una vita normale".
È un ottimo esempio di come funziona la psichiatria: si teorizza che un certo comportamento è malato spiegando quanto è fastidioso per la brava gente, si giustifica la violenza subita dal paziente col fatto che il malato non è in grado di conoscere cosa è bene per lui e quindi la sua volontà non conta niente, si parla spesso in nome del bene di tutti. Nel mondo 17 milioni di bambini sono diagnosticati afflitti da "disturbi mentali" e subiscono trattamenti farmacologici a base di stimolanti simili alla cocaina o di potenti antidepressivi, con quasi 400 morti correlate al trattamento. In Italia numerosi progetti pilota psichiatrici (www.fdarianna.it/progetto%20prevenzione.htm) proliferano da alcuni anni nelle scuole, trasformando gli insegnanti in segnalatori di bambini a partire dai cinque anni: test a risposta multipla rivelano patologie come l'ADHD o comunque legate al rendimento scolastico e causano la consegna del bambino nelle mani della psichiatria. Tutto ciò per la gioia delle case farmaceutiche e di persone come il pediatra napoletano Raffaele d'Errico, fondatore dell'AIFA. Sul sito si trova la pubblicità del suo studio pediatrico e le sue referenze di uomo di fede, tra cui spicca un video in cui presenta l'AIFA nientemeno che a Carol Woytila. Molto significativo: psichiatria e religione non possono che andare d'accordo. Entrambe teorizzano un uomo perfetto e inducono l'individuo ad annullarsi, nel tentativo di raggiungere questo mostruoso ideale. Esisteranno finché la vita sociale si svolgerà in base alle decisioni prese da pochi che, per realizzare i propri piani (magari pieni di buone intenzioni), hanno bisogno di burattini privi di volontà. A noi spetta tentare di conservare l'umanità che quotidianamente tentano di strapparci.