Dopo i reperti anatomici, dell'ambulante di Quartu Sant'Elena Giuseppe Casu, potrebbe essere pure sparita pure la cartella clinica. E' il nuovo giallo nel processo sulla morte del paziente nel Servizio psichiatrico Diagnosi e Cura dell'ospedale Is Mirrionis, ricoverato per un trattamento sanitario obbligatorio il 16 giugno 2006 e deceduto il 22. Nel reparto di psichiatria 1 non è stato possibile per i carabinieri trovare l'originale della cartella clinica, il documento dove erano annotati tipologie e dosi dei farmaci somministrati al paziente immobilizzato al letto per sette giorni, prima che morisse per uno scompenso cardiocircolatorio oppure per una trombo embolia (le due ipotesi sono al vaglio del tribunale). Questo hanno scoperto i carabinieri inviati al Santissima Trinità dal giudice del processo ai medici curanti - il primario Gian Paolo Turri e Maria Rosaria Cantone - Simone Nespoli, che il 15 dicembre aveva disposto l'acquisizione della cartella in originale. Documento che dovrebbe essere prodotto all'udienza di giovedì prossimo. Ma quando i militari hanno inoltrato la richiesta, la direzione sanitaria dell'Asl 8 ha dovuto rispondere picche: del documento non c'era traccia. Una comunicazione formale sprovvista, però, di spiegazioni. L'ultima volta che la cartella clinica era stata consultata risale alla data di acquisizione degli atti (erano state fatte copie formali) da parte del sostituto procuratore Giangiacomo Pilia, che aveva avviato le indagini di base dell'esposto dei familiari di Casu, convinti che il proprio caro stesse bene prima di entrare a Is Mirrionis. L'autopsia eseguita da primario di Anatomia Antonio Maccioni rivelò che a causare la morte era stata una trombo embolia polmonare. Quando la procura decise di ripetere le analisi, il consulente del pm, Giovanni Frau, si accorse che le parti di cadavere inviate da Anatomia nei contenitori con l'etichetta "Giuseppe Casu" erano quelle di un paziente morto si per trombo embolia, ma dovuta ad un tumore. Erano chiaramente gli organi di un altro degente. Quanto a quelli di Casu, non saranno mai ritrovati. Per la sparizione è sotto processo il primario Maccioni, proprio il medico che eseguì l'esame autoptico e che stabilì una causa della morte messa in discussione ora dai consulenti di accusa e di difesa. Ma senza reperti e cartella clinica sarà difficile stabilire la verità, compito che il giudice Nespoli intende affidare ad un perito super partes, dopo aver ascoltato le versioni - contrapposte solo sulla pericolosità dei farmaci somministrati - dei consulenti dei procura e imputati. Giovedì il tribunale ascolterà un steste chiave, Daniela Onnis: assisteva Maccioni durante l'autopsia.
Elena Laudante