Il Trattamento sanitario obbligatorio è uno strumento terapeutico che può essere emanato dal sindaco nei confronti di un libero cittadino solo in presenza di due diverse attestazioni mediche che certifichino, contemporaneamente, che la persona si trovi in uno stato tale di alterazione da necessitare di interventi terapeutici urgenti, che questi siano stati rifiutati e che non sia possibile adottare tempestive misure extraospedaliere.
Purtroppo accade che amministratori locali abusino strumentalmente del Tso.
Un caso eclatante, denunciato da un Comitato Giustizia e Verità nato ad hoc, è avvenuto il 15 giugno 2006 a Quartu Sant'Elena, in provincia di Cagliari. Il sindaco ordina un Tso per Giuseppe Casu, un venditore ambulante cagliaritano che viene ammanettato alla barella, caricato su un'ambulanza e trasportato nel reparto psichiatrico dell'ospedale Is Mirrionis di Cagliari. Il tutto dopo essere stato sbattuto violentemente in terra e immobilizzato da alcuni agenti.
Motivo della misura terapeutica, il fatto che il signor Casu sarebbe "impazzito" di fronte alla seconda multa comminatagli dai vigili urbani nell'arco di due giorni (importo: 5mila euro) per vendita senza licenza. Addirittura, come spiegò l'allora vicesindaco di Quartu, Tonio Lai (recentemente scomparso), «la polizia municipale da maggio 2005 aveva emesso numerosi verbali a carico del signor Casu». Che, però, ostinatamente si rifiutava di liberare la strada durante il percorso di "riqualificazione" di Quartu. E allora Tso e tanti saluti.
"Sgombero forzato: se ne va anche l'ultimo ambulante" il titolo trionfale dell' Unione Sarda del 16 giugno 2006.
Per otto giorni Giuseppe Casu rimarrà legato mani e piedi al suo letto. Il 22 giugno morirà per tromboembolia venosa.
Tutt'ora è in corso il processo per accertare responsabilità di questa morte. Intanto il Comitato "Verità e Giustizia" nato in suo nome non si arrende e va avanti «perché la terribile vicenda che ha portato alla morte di Giuseppe non sia dimenticata».
Il loro obiettivo, da tre anni, non sono i medici dell'ospedale Is Mirrionis o gli agenti di polizia, né il comune di Quartu , ma «il sistema che dichiara "Guerre" in nome della legalità contro i soggetti marginali della società e che vengono condotte con metodi arroganti, brutali e violenti che rappresentano, di fatto, un grave pericolo per i cittadini», utilizzando strumentalmente ogni arma in proprio possesso. Come accade per il Tso che si trasforma da pratica terapeutica a pratica repressiva, sinonimo di arresto. E' così che «pazzi o ritenuti tali, drogati, clandestini, vagabondi, spariscono, vengono feriti, alcune volte muoiono, senza che nessuno spieghi, parli, faccia giustizia».
In fondo, in questa società dove un sindaco qualsiasi può chiuderti nel reparto psichiatrico di un ospedale per un Trattamento sanitario obbligatorio solo per eliminare quello che i media hanno definito "l'ultimo ambulante", «sono morti che possono essere dimenticati in fretta».