La deposizione del perito Icro Maremmani, che doveva esprimersi sulla correttezza della diagnosi fatta nel reparto di psichiatria, chiude i testi di parte civile. Il professore ha sostenuto che seppure Casu sia stato portato in ospedale in condizioni di "emergenza", la diagnosi di ebbrezza alcolica fosse scorretta e che quella di disturbo maniacale (fatta a posteriori, dopo il decesso) non fosse condivisibile e che di conseguenza non fosse condivisibile la successiva condotta terapeutica (giudicata "estremamente potente sul piano sedativo").
Successivamente è stata interrogata la dottoressa Cantone (psichiatra che ha disposto la terapia) imputata di omicidio colposo con previsione dell'evento.
Momenti di tensione, interrogatorio lungo, con particolari inquietanti e sconcertanti. In un'aula di tribunale è molto difficile trovare la verità e di conseguenza giustizia. Gli avvocati non possono conoscere a fondo le questioni tecnico sanitarie oggetto del dibattimento e tra regole processuali e il fatto che la scienza medica si applica a esseri umani...tutto diventa possibile. Leggere i giornali poi conferma questo disagio. I giornalisti presenti in aula riportano le loro impressioni da profani e il fatto che la dottoressa Cantone abbia retto l'interrogatorio diventa elemento dominante: non vengono riportate le accuse, le contestazioni del perito Maremmani, le domande e le osservazioni del PM, ma un fiume di parole dalle quali emerge che la dottoressa ha agito "applicando le direttive" e "secondo coscienza"... non so se ricorda qualcosa...
Come non viene nemmeno riportato quello che la dottoressa stessa sottolinea e rende plateale: il perito di parte civile non riesce a rimanere impassibile e tirando in ballo risponde con un: Sto zitto perché devo!"
Sostiene che il signor Casu è stato trattato con grosso riguardo da tutto il personale, che lei ha visto al momento del ricovero Giuseppe dare più volte pugni al muro, ma è la figlia che lo vede solo il giorno dopo del ricovero che si accorge e segnala la mano destra gonfia e violacea...
Sono "comparsi" episodi di aggressività verbali e fisici non riportati in cartella né documentati altrove che giustificherebbero il protrarsi della contenzione fisica. La Cantone ha affermato che LEGARE ERA UNA PRASSI in quel reparto, che non esiste un "regolamento" riguardo alla contenzione e alla sedazione farmacologica, per cui ogni psichiatra farebbe a sua discrezione.
Ha affermato che nell'intero ospedale ss trinità non è possibile effettuare un esame ALCOLEMICO per capire se una persona ha bevuto, per cui lei ha stabilito di somministrare a Casu ALCOVER perché gli aveva sentito odore di alcol in bocca; nonostante il medico di famiglia (che conosceva Casu da dodici anni) avesse escluso che fosse alcolista, ha preferito comunque somministrargli il farmaco per scongiurare una crisi da astinenza. La cosa rilevante è che questo farmaco è dannoso per un paziente epilettico e che peraltro era trattato con un farmaco a base di benzodiazepine che già lo "proteggeva" da un eventuale crisi d'astinenza alcolica. La dichiarazione più assurda e grave è stata che aveva ritenuto OPPORTUNO DARGLIELO ANCHE SE FOSSE STATO SOLO UN' ASSUNZIONE EPISODICA (come a dire che dopo un'ubriacatura dovremmo prendere tutti un po' di alcover).
I lacci con cui Casu era legato diventavano nel racconto LUNGHI per consentirgli di alzare il tronco e poi CORTI per evitare che si facesse male, poi di nuovo LUNGHI quando si è strappato il catetere (posizionato in un uomo vigoroso e in salute, entrato sulle sue gambe nel reparto, che avrebbe potuto mangiare e urinare liberamente).
Alla fine non si è capito chiaramente se era agitato, aggressivo, o talmente sedato da non poterci né parlare né risvegliare scuotendogli una spalla; fatto sta che neanche da sedato e legato gli hanno fatto una radiografia...perché era troppo agitato (in una clinica veterinaria riescono a fare le radiografie alle tigri). Le dosi dei farmaci superavano (a volte in misura doppia) le dosi prescritte dai bugiardini. Prima di somministrare alcuni farmaci sarebbe stato necessario praticare un elettrocardiogramma, ma la dottoressa ha sostenuto che è diventato obbligatorio solo dal 2007. Infine il parere dei periti farmacologi (assolutamente contrario alla terapia e alle dosi) è ininfluente perché solo gli psichiatri lavorano sul campo e solo loro si trovano a dover trattare pazienti che hanno contemporaneamente diverse malattie (purtroppo è affidata a loro la sperimentazione sull'interazione tra farmaci!).
Prossima udienza il 26.03.09 pomeridiana dalle 14:30 alle 17 verrà sentito l'ex primario Turri e si inizia con i loro testimoni, ricordiamo che l'udienza è pubblica per chi volesse partecipare.
Comitato Verità e Giustizia per Giuseppe Casu