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Respinto il ricorso del primario di Psichiatria contro un analogo provvedimento di sospensione: il 12 novembre inizia il processo.
Francesco Pinna
Fonte: Unione Sarda, 5 novembre 2008
5 novembre 2008

La Asl 8 ha sospeso per cinque anni Antonio Maccioni. La decisione che impedisce al Primario di patologia coinvolto nell'inchiesta sui reperti anatomici spariti di lavorare è stata adottata il 28 ottobre. Maccioni non potrà tornare al Santissima Trinità per i prossimi cinque anni. Il provvedimento è analogo a quello con cui è stato sospeso il primario di Psichiatria Gianpaolo Turri che proprio ieri si è visto respingere il ricorso al Tribunale del lavoro. Antonio Maccioni era finito agli arresti domiciliari il 16 maggio scorso con l'accusa di soppressione di parti di cadavere, favoreggiamento, frode processuale, falso materiale, ideologico e per soppressione insieme al tecnico Stefano Esu, indagato a piede libero.
L'inchiesta è strettamente legata a quella della morte di Giuseppe Casu, l'ambulante quartese ricoverato in Psichiatria al Santissima Trinità per un trattamento sanitario obbligatorio il 22 giugno 2006 e morto in corsia dopo sette giorni di contenzione fisica e trattamento farmacologico: in questa vicenda Turri, insieme alla psichiatra Maria Cantone, è sotto accusa per omicidio colposo, il processo comincerà il 12 novembre. Nel corso di quelle indagini era accaduto un fatto singolare: il magistrato aveva chiesto al Santissima Trinità i reperti anatomici del paziente in modo che i medici legali potessero confermare il riscontro diagnostico che parlava di trombo embolia polmonare. Alla polizia giudiziaria era stata consegnata una boccetta contrassegnata dal numero 13 e dal nome di Giuseppe Casu. Ma i consulenti si erano accorti che i pezzi anatomici non erano quelli di Casu e avevano subito segnalato il fatto alla magistratura. Si era presto scoperto che in Anatomia patologica i reperti di Casu non c'erano più: erano stati smaltiti nonostante dal 2003 i pezzi anatomici conservati dopo i riscontri diagnostici non venissero più bruciati.
A quel punto il magistrato Giangiacomo Pilia aveva aperto un inchiesta-bis coinvolgendo Maccioni e Esu. Era così saltato fuori che il giorno prima del sequestro dei reperti Turri e Maccioni avevano parlato al telefono. Nell'interrogatorio di garanzia, dopo l'arresto, Maccioni aveva detto che Turri aveva sbagliato numero ma quella telefonata era durata dieci minuti: che cosa si erano detti i due primari?
Maccioni era tornato in libertà il 24 giugno e aveva ripreso il suo posto in ospedale. Ora, però, è arrivato il provvedimento dalla Asl 8: cinque anni di sospensione.

Francesco Pinna