Sulla boccetta era riportato il nome di Giuseppe Casu, anche sul coperchio, ma i pezzi anatomici non erano quello dell'ambulante morto in Psichiatria dopo sette giorni di contenzione fisica. Il medico legale se n'era accorto confrontando i reperti con le foto scattare durante il riscontro diagnostico e il magistrato aveva deciso di andare fino in fondo.
La svolta di ieri è clamorosa: arresti domiciliari per il primario di Anatomia Patologica del Santissima Trinità Antonio Maccioni. Nella tarda serata la Finanza gli ha notificato l'ordinanza firmata dal gip Daniela Amato. Soppressione di parti di cadavere, favoreggiamento, falso materiale e ideologico sono le accuse conteste al medico cagliaritano. Dunque, secondo gli inquirenti è stato Maccioni a far sparire i pezzi anatomici di Casu per sostituirli con quello di un altro paziente stroncato anch'egli da una trombo-embolia dovuta non all'immobilità ma a un tumore. Se i consulenti tecnici del magistrato non si fossero accorti dchei i campioni non erano quelli dell'ambulante quartese morto durante un trattamento sanitario obbligatorio avrebbero escluso un collegamento tra la morte e il fatto che il paziente fosse stato legato al letto per sette giorni.
Il favoreggiamento sarebbe invece legato alle finalità di quell'azione, messa a segno , secondo gli inquirenti, il giorno in cui la magistratura ha ordinato il sequestro dei reperti anatomici dell'ambulante morto in corsia il 22 giugno 2006: aiutare il primario di Psichiatria Gian Paolo Turri, all'epoca indagato e ora sotto processo per omicidio colposo insieme alla psichiatra Maria Cantone nel frattempo si è dimessa dall'ospedale mentre Turri è stato sospeso per cinque anni dalla Asl 8. Il falso è in fine legato alla compilazione delle etichette sulle boccetta contenente i reperti.
All'inizio dell'indagine Maccioni (che a suo tempo aveva effettuato il riscontro diagnostico sul corpo di Casu) era stato interrogato come testimone. Era il 13 febbraio 2007:"L'errore materiale deve essere analizzato secondo due differenti aspetti. Il primo potrebbe essere riconducibile a uno scambio di contenitori o coperchi nel corso delle diverse fasi tecniche. Per quanto attiene invece l'assenza di contenitori relativi ad alcune autopsie effettuate nel 2006, non è prassi abituale lo smaltimento dei campioni prima di 12 mesi, sebbene questa eventualità possa verificarsi in caso di accumulo di campioni. (...) In gennaio, a seguito del sequestro, ho rilevato che il tappo del contenitore presentava la linguetta di bloccaggio disinserita e ho personalmente verificato la concordanza di forma tra inclusioni paraffiniche e vetrini. Devo pensare che vi sia stato un errore materiale nella etichettatura dei contenitori o uno scambio di coperchi. (...) I reperti vengono conservati nella sala automazione sugli scaffali, nella stanza ha libero accesso il personale della sezione di pulizia e i necrofori all'atto dello smaltimento. La stanza viene chiusa alle ore 19 insieme al reparto. Non ho motivo di ritenere che persone esterne al reparto possano essersi introdotte nella stanza dei reperti".
Era stata raccolta anche la testimonianza del coordinatore di Anatomia Patologica Stefano Esu, il 19 febbraio 2007: " Verso novembre-dicembre 2006 il dottor Maccioni mi ha chiesto di cercare il contenitore relativo all'autopsia di Casu. Era il numero 13 e ho provveduto a posizionare il contenitore sotto la cappa che non presenta altri contenitori. All'arrivo del dottor Maccioni ho aperto il contenitore, il dottor Maccioni ha guardato gli organi e ha disposto di cambiare la formalina, pulire il contenuto e sistemarlo in un posto riservato separato dagli altri.
Poi ho richiuso ermeticamente il contenuto e l'ho sistemato in uno scaffale separato dai contenitori delle altre autopsie. Dopo due mesi ho visto quel contenitore sotto una cappa che non presenta altri contenitori delle altre autopsie. Dopo due mesi ho visto quel contenitore sotto una cappa col coperchio non chiuso ermeticamente e con l'indicazione "non eliminare, a disposizione del magistrato".
Due giorni dopo era stato convocato un altro medico, Daniela Onnis, persona informata sui fatti: " Quando ho saputo della mancata corrispondenza dei pezzi anatomici col dottor Maccioni ho visionato i contenitori delle autopsie del 2006 e 2007 senza trovare i pezzi anatomici corrispondenti all'autopsia di Casu. A seguito della richiesta della magistrato ho rivisto il contenitore numero 13 il cui contenuto corrispondeva ai pezzi anatomici prelevati durante l'autopsia".
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IN PARLAMENTO
Sulla Vicenda quattro interrogazioni
Quattro interrogazioni parlamentari e una consigliare, oltre alla nascita di un "Comitato verità e giustizia per Giuseppe Casu" con tanto di sito internet. La fine dell'ambulante quartese di 61 anni, morte per embolia il 22 giugno 2006 al reparto di Psichiatria dell'ospedale de Is Mirrionis dopo essere rimasto legato al letto per gran parte della degenza, ha suscitato la reazione di esponenti politici e conoscenti della vittima, che hanno chiesto chiarezza su quanto avvenuto al Santissima Trinità.
Già nel novembre 2006 Francesco Martone, senatore di Rifondazione Comunista, scrisse nella sua interrogazione che il 15 giugno di quell'anno Giuseppe Casu era stato "ammanettato, assicurato alla barella e portato, con l'ambulanza, nel reparto di psichiatria dell'ospedale Is Mirrionis di Cagliari, dove viene legato mani e piedi al letto di contenzione, per sette giorni consecutivi, fino al giorno della sua morte. Una forma di reclusione vera e propria non idonea in un sistema psichiatrico basato sulla relazione e privo di ogni coercizione".
Sotto inchiesta finiscono Paolo Turri, primario del Servizio psichiatrico dell'ospedale, e Maria Rosaria Cantone, psichiatre che aveva in cura il pensionato. Così nel novembre 2007 il senatore Mauro Bulgarelli capogruppo di Insieme con l'Unione in commissione Giustizia nel Senato, presenta la sua terza interrogazione sulla vicenda sostenendo che "la richiesta di rinvio a giudizio" dei due indagati "riporta l'attenzione su un caso di mala sanità e abuso di potere" e sottolineando proprio la notizia " che parti del cadavere di Casu potrebbero essere state sottratte per impedire l'accertamento della verità".