Il sottoscritto consigliere regionale,
PREMESSO
che il sig. Giuseppe Casu è morto a causa di una tromboembolia polmonare il 21 Giugno del 2006 nel reparto di psichiatria dell'Ospedale SS. Trinità di Cagliari, dopo una settimana in cui è stato sempre sedato e legato mani e piedi al letto di contenzione;
TENUTO conto
che il sottoscritto, in data 24 Luglio 2006, quando ricopriva il ruolo di Presidente della Seconda Commissione "Diritti Civili" del Consiglio regionale della Sardegna, aveva scritto una lettera all'Assessore della Sanità, per richiedere spiegazioni e chiarimenti riguardanti la vicenda;
PREMESSO, inoltre
che i reperti autoptici di Giuseppe Casu sono spariti e al giudice che ne ha fatto richiesta sono stati consegnati i reperti di un altro paziente deceduto a causa di una tromboembolia polmonare in conseguenza però di un tumore;
CONSIDERATO
che a fronte di questi fatti gravissimi il dirigente della ASL ha ritenuto opportuno sospendere dal suo incarico il primario del reparto dott. Turri, come peraltro previsto da una clausola contrattuale;
che la ASL, su richiesta dell'ASARP e dei familiari, in seguito al decesso aveva aperto un'inchiesta interna che aveva già accertato responsabilità etiche e cliniche gravissime;
PRESO ATTO
che l'esito dell'inchiesta interna, nel caso in esame, è stata la seguente: "Seppur la contenzione fisica poteva essere giustificata come rimedio d'urgenza e pertanto temporaneo (art. 54 c.p.), non già è giustificata per un periodo così lungo e "sommata" ad una contenzione farmacologica.
Questa commissione ritiene non accettabile, e pertanto censurabile sotto il profilo clinico oltre che etico, un così prolungato provvedimento di contenzione fisica, in paziente spesso sedato, senza tentativi finalizzati alla interruzione della stessa";
RITENUTO
insufficiente l'approccio clinico somatico in considerazione del fatto che non si rilevano in cartella delle obiettività e/o richieste di accertamenti specialistici ed esami diagnostici (ECG e visita cardiologia - esami radiografici) rivolti ad una valutazione somatica generale del paziente;
CONSIDERATO
che l'esito dell'inchiesta avrebbe già dovuto portare alla sospensione del primario, non fosse altro che per restituire un minimo di fiducia ai cittadini e agli utenti dell'S.P.D.C. che erano venuti a conoscenza dell'inumano trattamento e del tragico decesso;
che è perciò contraddittoria la posizione dei detrattori della dirigenza ASL, che la accusano invece del contrario;
RITENUTO altresì
che il caso di Giuseppe Casu dimostra che all'interno di un'importante istituzione si è consumato un abuso di potere nei confronti di un essere umano;
interpella il Presidente e l'Assessore della Sanità si chiede:
1. di conoscere le circostanze che hanno portato alla morte di Giuseppe Casu;
2. di esprimere una posizione tenendo conto degli esiti dell'inchiesta interna della ASL in sostanza avvalorati dalla decisione del rinvio a giudizio;
3. di sostenere per tanto l'operato dei dirigenti della ASL che, con la sospensione del dott. Turri, hanno agito considerando primaria la necessità di restituire fiducia ai cittadini-utenti, in un servizio screditato dai gravi fatti accaduti,
4. di riportare l'attenzione sul cittadino-utente del servizio dato che la polemica attualmente in corso sottolinea il disagio degli operatori del settore tralasciando il disagio ben più grave dei pazienti di cui va tutelato il diritto di affidarsi alle cure con fiducia.
5. Notizie sulle indagini del procedimento aperto contro ignoti per la sparizione dei referti di Giuseppe Casu e frode processuale.
On. Ignazio Paolo Pisu
Cagliari, 02 aprile 2008