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Morte in Psichiatria, medici a processo
Francesco Pinna
Fonte: Unione Sarda - Cronaca di Cagliari
20 febbraio 2008

Stroncato da una trombo embolia venosa, dopo essere rimasto sette giorni legato a un lettino del reparto psichiatrico del Santissima Trinità. Ora per la morte del venditore ambulante Giuseppe Casu, sessantenne di Quartu, il giudice ha disposto il rinvio a giudizio del primario del reparto Gian Paolo Turri e di Maria Rosaria Cantone, la psichiatra che aveva in cura l'uomo deceduto dopo una settimana di ricovero. E' quanto stabilito, ieri mattina, dal Gup Roberta Malavasi che ha accolte la richiesta del pm Gian Giacomo Pilia: l'accusa per entrambi i medici è di omicidio colposo.
Difesi dagli avvocati Gianfranco Macciotta, Guido Manca Bitti e Massimiliano Ledda, i due medici verranno processati il 17 aprile. Mentre si svolgeva l'udienza, fuori dal palazzo di giustizia un presidio del comitato " Verità e giustizia per Giuseppe Casu" e del collettivo " Matti da Slegare" ha distribuito un volantino che raccontava la storia dell'ambulante deceduto all'ospedale di Is Mirrionis il 22 giugno 2006. Dopo il ricovero forzato (il trattamento sanitario obbligatorio era stato firmato dal sindaco di Quartu perché il commerciante pareva desse segni di squilibrio e non intendeva abbandonare la bancarella abusiva che si era ricavata in piazza), Giuseppe Casu era rimasto una settimana legato al letto del reparto e sedato con psicofarmaci. " Sette giorni di contenzione fisica e farmacologica" dirà poi un dossier firmato da una commissione d'inchiesta nominata dai vertici dell'Asl che, nonostante non avesse individuato alcun elemento di casualità col decesso, aveva ricostruito l'intera settimana trascorsa dal paziente nello Spdc ( Servizio psichiatrico diagnosi e cura).
Dopo che Casu fu ricoverato in quanto affetto da stato di agitazione psicomotoria, secondo l'accusa, venne sottoposto a contenzione fisica e contestualmente gli venne praticata una terapia farmacologica per tutta la durata del ricovero, sino al 22 giugno, data del decesso. La contenzione fisica fu lecitamente prescritta ma poi continuata in modo non conforme a quanto prescritto dalla scienza medica. Poi la parte più pesante: "Non vennero prescritte attività motorie - prosegue il pm - per ridurre, per quanto possibile, l'immobilità e non venne prescritta una terapia preventiva antitrombotica".Poco tempo dopo il decesso, gli avvocati Mario Canessa ( costituitosi parte civile per conto della figlia Natascia) e Dario Sarigu ( che rappresenta la moglie Marilena Lallai) hanno presentato in Procura un esposto con dossier fotografico che ha dato avvio alle indagini. Ma quello per omicidio colposo non è l'unico fascicolo aperto sulla morte dell'ambulante. Ne esiste uno secondo, ancora a carico di ignoti, per una presunta frode processuale emersa quando la commissione di consulenti tecnici nominata dal pm ha dovuto analizzare i resti di Giuseppe Casu per stabilirne le cause del decesso. Ai tre anatomopatologi forensi indicati dalla Procura ( Giancarlo Nivoli, Francesco Paribello e Giovanni Frau) non sono arrivate le parti anatomiche del commerciante quartese, bensì quelle di un altro paziente morto per una trombo embolia polmonare causata da un tumore. Gli inquirenti avrebbero poi scoperto che i reperti erano scomparsi dall'istituto di Anatomia patologica del Santissima Trinità, forse sostituiti con quelli dell'altro cadavere. Al momento non ci sono indagati, ma le indagini restano coperte dal più riserbo. Ma per quanto riguarda la misteriosa morte in Psichiatria, spetterà ora al processo il compito di stabilire le eventuali responsabilità dei due medici.