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Lettera Aperta a Gaspare Spatuzza
Giovanna Maggiani Chelli (Associazione tra i familiari delle vittime della strage di via dei Georgofili)
16 giugno 2010

Gentilissimo Signor Gaspare Spatuzza,

Le scrivo a nome dell'Associazione che rappresento, quella dei familiari delle vittime della strage di via dei Georgofili.
Lei sa bene cosa è successo ai nostri parenti in Via dei Georgofili il 27 Maggio 1993, perché Lei c'era in quella nefasta notte.
Lei conosce bene la nostra sofferenza durante il processo di Firenze, dalla Sua gabbia nella quale stava, guardava tutti noi e allora forse con disprezzo, ma non poteva non percepire il dolore che ci pervadeva per la perdita dei nostri cari e il sentimento di rivalsa verso la vostra spavalderia di mafiosi che traspariva da quelle gabbie.
Poi un giorno Sua moglie Le ha portato il Vostro bambino aveva pochi mesi, credo otto.
Si diceva che lei non lo avesse mai visto, in quel momento io lo so, la Sua spavalderia è venuta meno e mi creda nessuno di noi ha provato se non tenerezza verso quella creaturina che non aveva colpa di nulla.
Oggi Lei collabora con la giustizia, nella quale fortemente confidiamo e malgrado tutto da quando le Procure l'hanno dichiarata attendibile, a Lei guardiamo riponendo tutte le nostre speranze di verità e quindi giustizia completa.
Il momento è terribile per Lei e per tutti noi, lo Stato applica la legge in questo caso sia pure amministrativa e noi non possiamo farci nulla , possiamo protestare, ma la legge è legge e nessuno più di noi ha imparato a rispettarle.
Solo chi ha concepito 180 giorni per far dire tutto ai soggetti come Lei deve oggi vergognarsi, il restante degli italiani può solo aspettare la conta giusta dei famigerati 180 giorni e auspicare che esista un Suo verbale datato prima dei 180 giorni in questione , o che qualche illuminato con un decreto cambi la norma.
Detto questo , quello che a nome di tutti noi , voglio dirLe è :
- non si tiri indietro adesso, Signor Spatuzza ,così come ha lasciato intendere che farà ai Magistrati di Firenze.
Non abbia timori sia se stesso come lo fu il giorno in cui incontrò per la prima volta Suo figlio e se è vero che è stata la nostra Caterina a mettere in crisi la Sua coscienza, lo dimostri con coraggio perché noi siamo con Lei, lo dobbiamo ai nostri di figli.
Cordiali saluti
Giovanna Maggiani Chelli
Vice Presidente Portavoce
Associazione tra i familiari delle vittime della strage di via dei Georgofili