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Intercettazioni
Giovanna Maggiani Chelli (Associazione tra i familiari delle vittime della strage di via dei Georgofili)
26 febbraio 2010

Ha dell'incredibile di quanto ci si preoccupi del fatto che quanto emerge dalle intercettazioni telefoniche possa finire sui giornali , invece di preoccuparsi di quello che i nostri politicanti dicono nelle intercettazioni stesse.
La democrazia del Paese è messa in discussione dalle probabili e dalle conclamate ruberie di uomini che dovrebbero occuparsi della salvaguardia dell'Italia e non buttarla in rovina.
Quando la mafia fu intercettata in via Ughetti a Palermo, perlomeno gli esecutori delle stragi del 1993, il gruppo di fuoco di Bagarella, fu tutto arrestato, oggi invece si verte a nascondere tutto attraverso limiti vergognosi all'utilizzo di uno strumento come le intercettazioni.
Temiamo tutto ciò sia proprio per non arrivare a mandare in galera i "mandanti esterni a cosa nostra " per le stragi del 1993, i quali sicuramente si sono parlati a telefono in tempi più che sospetti.
Ci stiamo domandando in queste ore terribili come farà questo popolo distratto e menefreghista a metabolizzare i nomi degli stragisti di via dei Georgofili se mai dovessero essere rinviati a giudizio proprio per l'aiuto che le intercettazioni potrebbero dare nelle indagini, così come sta facendo davanti ai nomi di chi si è macchiato di ruberie senza fine.
La Magistratura ha bisogno dello strumento delle intercettazioni, la stampa deve fare il suo dovere e non deve pubblicare cose inutili , ma da qui a staccare i fili del telefono ce ne corre.
Cordiali saluti

Giovanna Maggiani Chelli
Vice Presidente Portavoce
Associazione tra i familiari delle vittime della strage di via dei Georgofili