COMITATO VERITA' E GIUSTIZIA PER FRANCESCO MASTROGIOVANNI
Vallo della Lucania (Salerno), 29 maggio 2012
Si è tenuta nel pomeriggio una nuova udienza del processo contro i sei medici e i dodici infermieri responsabili della morte del maestro elementare Francesco Mastrogiovanni, sottoposto - nell'estate del 2009 - ad una contenzione ai quattro polsi durata ininterrottamente ottantatre ore, tanto da portarlo alla morte.
E' stato sentito l'imbianchino e invalido civile Giuseppe Mancoletti, di 63 anni, di Capaccio (Sa), ricoverato per la prima ed unica volta dal 28 luglio al 12 agosto 2009, in regime di TSV (Trattamento sanitario volontario): nella sua deposizione fa rivivere ancora una volta l'orrore del reparto di psichiatria dell'ospedale San Luca di Vallo della Lucania.
Dice d'essersi prima ammalato di bronchite perché stava in una stanza umida e poi lo hanno trasferito nella stanza dov'era ricoverato Mastrogiovanni. Continua la sua deposizione:
«Mi hanno legato senza dirmelo, ed è stato il dott. Di Genio a disporre la mia contenzione, come poi mi ha detto il dott. Mazza, ch'era del mio paese. Ero legato solo alle mani e sono stato legato per due notti e un giorno. Ho pensato che la contenzione fosse dovuta al fatto di non farmi cadere dal letto, ma non potevo né girarmi, né sedermi sul letto. Ero completamente immobilizzato. Gli infermieri e i medici passavano raramente. Nel mio letto gridavo che avevo sete, dopo aver gridato a lungo è venuto un infermiere piccolino a portarmi meno di mezzo bicchiere d'acqua, assolutamente insufficiente in quei giorni di grande caldo. E così vedendo vicino al mio letto un tavolo con una bottiglia d'acqua sopra sono riuscito ad avvicinarlo tirandolo con un piede e sono riuscito a bere facendo cadere la bottiglia acchiappandola con la bocca e così placai la mia arsura.
Quando mi portarono nella stanza dov'era Mastrogiovanni lo trovai già legato alle mani e ai piedi. Il primo giorno si lamentava solo qualche volta e si dimenava meno. La sera del 3 agosto gridava moltissimo, lamentandosi e dimenandosi, chiedeva aiuto, non glielo ha dato nessuno, respirava affannosamente. L'ho sentito gridare fino alla mezzanotte, poi mi sono addormentato. La mattina del 4 agosto verso le sette mi hanno portato fuori dalla stanza e sono stato sciolto. Dopo il 4 agosto sono stato trattato meglio, mi hanno fatto la barba e tolto il catetere. La mattina del 4 agosto hanno telefonato a mia moglie per dirle di portare i panni, mi avevano dato per morto.
Ai miei familiari non hanno permesso di visitarmi, mia moglie è venuta solo una volta ed è venuta poi la mattina del 4 agosto per portarmi i panni, ma mi ha trovato fortunatamente vivo».
Tre avvocati degli imputati - mostrando delle foto ricavate dal video che riprende le ottantatre ore di contenzione ininterrotta di Mastrogiovanni - contestano Mancoletti sulla data ma non sui fatti riferiti, e affermano che nel pomeriggio del 3 agosto fu trasferito in altra stanza e non rimase nella stanza di Mastrogiovanni, per dimostrare che sulla data è inattendibile, ma non lo è affatto quando riferisce del trattamento inumano riservato a lui, a Mastrogiovanni e agli altri pazienti.
Gli altri due consulenti citati, il dott. Michele Verrioli, anatomopatologo dell'ospedale Maria Santissima Addolorata di Ebol, e il maresciallo dei carabinieri Angelo Caputo non sono presenti perché impediti e la loro deposizione viene fissata per le ore 14 del 12 giugno 2012.
Il Comitato Verità e Giustizia per Francesco Mastrogiovanni
Vincenzo Serra, Giuseppe Tarallo, Giuseppe Galzerano
www.giustiziaperfranco.it postmaster@giustiziaperfranco.it
Su You Tube sono disponibili diversi video relativi al caso di Francesco Mastrogiovanni.