COMITATO VERITA' E GIUSTIZIA PER FRANCESCO MASTROGIOVANNI
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Udienza del 27 marzo 2012
Processo contro i medici (n. 6) e gli infermieri (n. 12) imputati di vari e gravi reati per la morte di Francesco Mastrogiovanni, avvenuta durante la notte del 4 agosto 2009 presso il reparto di psichiatria dell'ospedale civile di Vallo della Lucania, dopo oltre 80 ore di contenzione.
Dott. MICHELE DI GENIO: «Per il reparto di psichiatria non è prevista la figura del primario. All'epoca dei fatti, come DIRETTORE DIPARTIMENTO SALUTE MENTALE ho nominato RESPONSABILE DEL REPARTO IL DOTT. BARONE ».
Dott. DELLA PEPA: «Sig. presidente, sig. procuratore, l'unica colpa che ho è quella di non aver controllato che la contenzione non era scritta in cartella!»
Vallo della Lucania - 28 marzo 2012
Intorno alle ore 15 circa di oggi (per un ritardo dovuto alla segnalazione, avvenuta nella mattinata, di una bomba all'interno del Palazzo di giustizia) è ripreso il processo a carico dei medici e degli infermieri, imputati per la morte del maestro Francesco Mastrogiovanni, rimasto legato ininterrottamente per ottantatre ore al letto di contenzione nel reparto di psichiatria dell'ospedale San Luca di Vallo della Lucania (Sa).
Dopo il consueto appello degli imputati (molto dei quali sono contumaci), delle parti civili e dei rispettivi legali, si entra nel vivo dell'udienza. Cinque imputati (De Vita, Gaudio, Luongo, Oricchio, Tardio) dei sette presenti dichiarano che non intendono sottoporsi ad esame. Si sottopongono all'esame solo due medici, il dott. Michele Di Genio (primario del reparto) e il dott. Michele Della Pepa.
Si inizia con il dott. Michele Di Genio, che all'epoca dei fatti riveste la carica di direttore del dipartimento di salute mentale dell'ex ASL SA/3, che risponde alle domande del P.M. dr. Renato Martuscelli. Il dott. Di Genio si prefigge chiaramente l'obiettivo di evitare ogni responsabilità, dichiara che non è il primario del reparto di psichiatria dove è morto Francesco Mastrogiovanni ed inoltre perchè all'epoca dello svolgimento dei fatti non è in servizio, bensì in ferie.
Infatti, rispondendo alle domande della pubblica accusa, il dott. Michele Di Genio, dopo aver illustrato l'articolazione della struttura sanitaria ( dipartimento salute mentale) di cui era all'epoca dirigente, ha aggiunto che, per il servizio psichiatrico di diagnosi e cura (SPDC), ossia per la struttura semplice comunemente denominata reparto di psichiatria, non è prevista la figura di primario e che per il SPDC all'epoca aveva nominato sostituto il dr. Rocco Barone, al quale aveva delegato ogni compito circa la gestione del reparto psichiatrico.
Nel prosieguo dell'esame il dott. Di Genio dice d'aver fatto installare le telecamere nel 1994 e che come direttore del dipartimento si limitava ad impartire direttive e che il dott. Rocco Barone firmava le cartelle cliniche su sua delega: «Su cento cartelle, ne ho firmato solo 5, o 6».
Con riferimento al caso di Francesco Mastrogiovanni il direttore del dipartimento - rispondendo sempre al P.M - ha testualmente affermato: «Al farmaco, se non basta da solo si aggiunge la contenzione», ha fatto cenno alla terapia farmacologica praticata, al comportamento di Francesco, alla sua storia clinica (ma qualche minuto dopo ha aggiunto di non essere stato mai in servizio durante i periodi di ricovero di Francesco Mastrogiovanni), di aver saputo successivamente al verificarsi della morte che Francesco era stato slegato durante il pomeriggio del 3 agosto (?) e che il medesimo era stato contenuto perchè si era rifiutato di sottoporsi al prelievo ordinato dai carabinieri di Pollica. Ha anche dichiarato che la contenzione dev'essere un fatto eccezionale, con controlli ogni 3-4 ore e dichiara di non sapere perché la contenzione, che va annotata in cartella, si è prolungata per tre giorni, anche perché il paziente - da quello che sa - ha commesso solo violenze verbali.
L'ex direttore del dipartimento di salute mentale rispondendo invece alle domande dell'avv. Caterina Mastrogiovanni - che lo accusa: «Non sta dicendo il vero! » - ha precisato di essere stato presente presso il reparto solo il 31 luglio - il giorno dell'arrivo del paziente - ma di non averlo visto, e il 3 agosto per pochi secondi (solo 48, precisa). Il 3 agosto 2009 ha fatto ingresso, sia pure per pochi secondi, nella stanza dove erano ricoverati il paziente Mancoletti e Francesco Mastrogiovanni.
«Le condizioni di Francesco Mastrogiovanni erano apparentemente buone», riferisce in aula il dott. Di Genio. E aggiunge che lo conosceva perché ad Acciaroli avevano bevuto un caffè insieme e quando lo ha trovato nel reparto si sono salutati dandosi la mano (?). Resta un mistero come un paziente legato può dare la mano al medico... Ma, pur conoscendolo, non ha chiesto nulla delle sue condizioni. Il paziente era contenuto perchè gli avevano riferito che poco prima si era strappato il catetere e rifiutava le cure. Ha fatto cenno ai corsi di formazione sulla contenzione e alla nomina del dott. Barone quale responsabile del reparto di psichiatria.
Alla domanda dell'avv. Michele Capano (dell'Unasam) al dott. Di Genio: «Se veniva informato delle emergenze che si verificavano nel reparto e la contenzione è un'emergenza perchè non è stato chiamato, informato della contenzione praticata a carico di Francesco Mastrogiovanni?», il P.M. ha osservato: «E' un eccesso di piaggeria da parte dell'avvocato!». Il Presidente del tribunale, dr.ssa Elisabetta Garzo, non ha ammesso una successiva domanda dell'avv. Capano: «Ci sono stati altri decessi nel reparto? ».
A domanda dell'avv. Gioacchino Di Palma (di Telefono Viola) il dott. Di Genio afferma: «La presenza dei familiari è controproducente» e ammette di non conoscere un articolo di legge.
Sulla questione delle ferie il dott. Di Genio, rispondendo all'avv. D'Aiuto, ha precisato che le ferie le domanda a se stesso e che risponde solo al Direttore Generale, non ha orari e in caso di assenza è tenuto solo a comunicare il nome del sostituto.
Rispondendo al breve esame dei suoi difensori, ribadisce che la contenzione era stata disposta dal dott. Rocco Barone e al difensore del dott. Barone dichiara: «E' un atto medico, la contenzione!».
Insomma il dott. Michele Di Genio, nel reparto di psichiatria, era un presente-assente.
Subito dopo ha avuto luogo l'esame del dott. Michele Della Pepa, medico-psichiatra, in servizio dalle ore 20 del 31 luglio alle ore 8 del 1 agosto 2009, che chiede di non essere ripreso dalle telecamere di Set di Vallo della Lucania e di Unotv di Sala Consilina.
Risponde alle domande del P.M. facendo una lunga dissertazione sul rapporto speciale (a suo giudizio) avuto con i pazienti del territorio, con i quali dice d'essere cresciuto insieme e d'essersi perfino recato anche a portare le medicine a casa. Dopo aver parlato del «passaggio di consegne » svoltosi con il dott. Mazza (in servizio dalle ore 14 del 31 luglio alle ore 20 della stessa giornata) recita una specie di atto di dolore: «Sig. presidente, sig. procuratore, l'unica colpa che ho è di non aver controllato che la contenzione non era scritta in cartella! Però il mio errore non ha nuociuto al paziente». In questo modo, ammette implicitamente di non aver letto la cartella clinica. Continua: «Alle ore 20, il sig. Mastrogiovanni aveva fatto già 10 fiale ed era in uno stato di semi-incoscienza e ho preferito sospendere la terapia farmacologica. Ho optato per la terapia infusionale anche perchè era una serata d'estate. Una persona in media assume 2 litri, 2 litri e mezzo di liquidi nell'arco di un periodo di 24 ore. In dodici ore al sig. Mastrogiovanni con la terapia infusionale sono stati somministrati liquidi per un litro». Interessante è stata l'elencazione delle fiale somministrate in poche ore a partire dalla dott.ssa Di Matteo sulla spiaggia di Mezzatorre, dalle ore 12 circa alle ore pomeridiane dello stesso giorno: 4 fiale EN 5 mg, 2 fiale Valium, fiale di Triniton, fiale di Entumin. Interessante l'elencazione anche degli effetti collaterali: atassia, sonnolenza, sedazione, innalzamento toipomina, cinesia, acinesia, distonia. «Poteva cadere dal letto», giustifica così la valutazione di non slegare Francesco Mastrogiovanni.
Per il dott. Della Pepa - visibilmente in uno stato d'animo ansioso, come egli stesso ha riconosciuto, durante il suo esame nell'udienza di oggi - la contenzione cui è stato sottoposto Francesco non era particolarmente rigida, poteva anche stare seduto e ha ammesso: «Vedere un paziente contenuto non è bello» e comunque Mastrogiovanni si alzava da solo. Dice anche che la sua è stata un'attività frenetica e che, durante la notte, si è recato nella stanza trentacinque volte per controllarlo e anche gli infermieri hanno fatto altrettanto. Per farsi riconoscere meglio, a domanda del P.M. risponde: «Sono il medico che ha scritto che il paziente dorme». Per quanto concerne l'alimentazione dichiara che oltre che sconsigliata per lo stato in cui versava Mastrogiovanni, anche per i protocolli internazionali un degente può arrivare anche a 5-6 giorni senza alcuna alimentazione (?). Afferma anche che il paziente era contemporaneamente «sedato e agitato » e il P.M. cercherà invano di farsi spiegare come si può essere allo stesso tempo «sedato e agitato».
A domanda dell'avv. Caterina Mastrogiovanni ammette che la contenzione porta all'agitazione.
La presidente, dopo aver preso atto che per diversi imputati si dovrà procedere all'acquisizione degli interrogatori svoltisi durante la fase delle indagini perchè hanno deciso di non volersi sottoporre ad esame in udienza, rinvia per l'esame dei restanti imputati all'udienza 10 aprile 2012.
Particolarmente attesa è la deposizione del dott. Rocco Barone, medico al quale il dott. Michele Di Genio aveva affidato il compito di responsabile del reparto di psichiatria dell'ospedale S. Luca di Vallo della Lucania e che ha dato la direttiva di procedere ad applicare la misura della contenzione a Francesco Mastrogiovanni (senza apporre alcuna annotazione in cartella clinica, indicandone la motivazione).
Il Comitato Verità e Giustizia per Francesco Mastrogiovanni si domanda: «Perchè Francesco Mastrogiovanni è stato sottoposto a contenzione meccanica quando dal video non risulta alcun STATO DI NECESSITA' che ne giustifichi l'utilizzo? ». E ancora: «Come ammesso dal dott. Della Pepa nell'udienza di oggi, 27 marzo 2012, a Francesco, in poche ore - dalle 12 circa del 31 luglio 2009 alle ore pomeridiane delle stesso giorno - vengono somministrate ben dieci fiale di potenti psicofarmaci, perchè tanto accanimento "terapeutico" se Francesco - come si vede chiaramente dal video - non ha per nulla un comportamento aggressivo e violento?».
Il Comitato Verità e Giustizia per Francesco Mastrogiovanni
Giuseppe Galzerano, Vincenzo Serra, Giuseppe Tarallo
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