Due giorni di incontri e un corteo per ricordare l'omicidio di Francesco Lorusso, lo studente di Lotta Continua ucciso da un carabiniere l'11 marzo del '77. Con lo sguardo rivolto anche al decennale del G8 di Genova. Oggi Guccini, Evangelisti, Lolli e Tassinari raccontano quelle giornate
La premessa è quella che è arrivato il momento di raccontare un'altra storia sul 1977. Lo credono gli organizzatori di questa due giorni che a Bologna cade nell'anniversario dell'omicidio di Francesco Lorusso, lo studente di Lotta Continua ucciso l'11 marzo '77 da un colpo di pistola esploso da un carabiniere (ma la giustizia non arrivò mai ad una certezza sulle responsabilità del militare Massimo Tramontani). L'associazione che porta il nome di Francesco, le Reti Invisibili, l'Osservatorio contro la repressione e l'Associazione La Lotta Continua hanno costruito questa iniziativa come un ponte che conduca alle prossime giornate di luglio a Genova dove si stanno preparando una serie di iniziative come momento di riflessione a dieci anni dalle giornate del G8 e dall'omicidio di Carlo Giuliani. Per questo sarà Haidi Giuliani ad aprire i lavori oggi pomeriggio alle 15 prima di un momento particolare e inedito: il racconto a quattro voci del '77 che vedrà protagonisti Francesco Guccini, Valerio Evangelisti, Claudio Lolli e Stefano Tassinari. Quattro persone che hanno attraversato quel periodo accomunate dal fatto di essere degli artisti che hanno proseguito l'impegno civile ognuno a loro modo.
«Crediamo che 34 anni siano un tempo sufficiente per cominciare a guardarsi indietro e per tentare di raccontare un'altra storia diversa da quella spacciata dai 'vincitori', diversa da quella dei 'dissociati' dalla propria giovinezza, diversa da quella dei tanti grilli parlanti rigeneratisi nelle pieghe della normalizzazione». Sono le parole che utilizzano gli organizzatori per presentare questi due giorni battezzati La parola scritta/Verità resistenti verso Genova. Parole sicuramente di parte ma che stanno in un solco preciso. Lo spiega Mauro Collina, uno di quelli che avverte di non essere un ex perché «noi ci siamo sempre sentiti di Lotta Continua». «Vogliamo rilanciare l'associazione soprattutto dopo che due anni fa è morto Agostino, il papà di Francesco, e Federico Governatori (il magistrato bolognese tra i fondatori di Magistratura Democratica che fu per anni il presidente dell'Associazione Francesco Lorusso ndr) - spiega Collina - e vogliamo parlare del 1977 ma attualizzando la memoria per fare un'analisi collettiva di quello che sta accadendo sul piano politico e sociale». E l'associazione Lotta Continua che in realtà è fatta da tanti nodi sparsi in giro per l'Italia si è messa a ristampare anche il giornale: un numero (con tanto di testata dell'epoca) è stato distribuito a Torino dopo il contestato accordo di Mirafiori e un altro numero sarà distribuito in queste giornate bolognesi. In questo contesto di ponte con il presente si inserisce anche il dibattito di sabato mattina sul lavoro con Giorgio Cremaschi della Fiom e lavoratori di aziende in crisi non solo del bolognese.
Dopo alcuni anni tornerà anche il corteo, previsto per domani con partenza alle 17 in piazza Verdi, nel cuore di quella zona universitaria dove nei giorni caldi del marzo '77 arrivarono anche i blindati. Un corteo che si era già proposto di sfidare l'ordinanza prefettizia che da alcuni anni vieta le manifestazioni in un'area circoscritta del centro storico. Non ce n'è stato bisogno perché l'ordinanza è stata sospesa alcuni giorni fa per l'avvio della campagna elettorale e quindi il corteo passerà senza problemi per le strade off limits. Alla manifestazione oltre al fratello di Francesco, Giovanni Lorusso, e ad Haidi Giuliani, ci sarà anche Patrizia Moretti, la madre di Federico Aldrovandi e Claudia Pinelli, la figlia di Pino. Dopo il corteo la due giorni si chiuderà con un'assemblea plenaria che darà l'appuntamento alle giornate genovesi.
Note:
Nella bella pagina del giornale di ieri sull'uccisione di Francesco Lorusso, all'inizio dell'articolo firmato da Giusi Marcante si legge "...lo studente di Lotta Continua ucciso l'11 marzo '77 da un colpo di pistola esploso da un carabiniere ( ma la giustizia non arrivò mai ad una certezze sulle responsabilità del militare Massimo Tramontani"...
In realtà Tramontani fu prosciolto per uso legittimo delle armi, in base alla criminale Legge Reale. Nel libro "La piuma e la montagna" edito dal manifesto libri, da noi curato, Giovanni, fratello di Francesco, nella commovente intervista che ci ha rilasciato, racconta come nel corso di un toccante incontro avuto nel 2007 con Tramontani questi gli abbia confermato le sue responsabilità, pur giustificando il suo gesto in un contesto di scontro di piazza, anche se i testimoni, all'epoca dei fatti, dissero di averlo visto puntare la pistola ad altezza d'uomo. Dunque non si tratta di una giustizia che non arrivò ad avere certezze sulla responsabilità del carabiniere, ma dell'ennesima assoluzione di Stato, che contraddistinse, come molti testi sugli anni Settanta hanno dimostrato, tutti i processi riguardanti l'uccisione dei militanti dei movimenti sociale di allora, da parte dei fascisti o delle forze dell'ordine.
Sergio Sinigaglia e Francesco Barilli