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"Noi, qui per Francesco anche tanti anni dopo"

Una giornata per ricordare Francesco Lorusso, lo studente di Lotta Continua ucciso l'11 marzo del 1977 in via Mascarella. E' trascorsa tra la commemorazione della mattina fra vecchi amici e il fratello Giovanni, la deposizione delle corone sotto la lapide che lo ricorda e un incontro partecipatissimo, nel pomeriggio all'Università, grazie anche alla presenza di Francesco Guccini, Claudio Lolli, Valerio Evangelisti e Stefano Tassinari.

Alla celebrazione ufficiale, rappresentava Palazzo d'Accursio il sub commissario Matteo Piantedosi, per il breve minuto di raccoglimento osservato dalla cinquantina dei presenti e per darsi poi appuntamento al dopopranzo. Quando, nell'aula B di Legge, intorno alle 17, oltre trecento persone, tante in piedi, si sono ritrovate accanto ad Haidi Giuliani, madre di Carlo ucciso a Genova durante il G8 del 2001, e a Claudia, una delle figlie dell'anarchico Giuseppe Pinelli, morto nel '69 nella Questura di Milano, dopo la strage di piazza Fontana.

C'erano capelli bianchi e corpi irrobustiti dal tempo (gli ex del movimento), e c'erano facce da ragazzini che chiedevano autografi o scattavano foto coi telefonini a Guccini e a Lolli, alleggerendo i toni di un pomeriggio di memorie dolorose quando poi queste si sono mescolate a lievi e non retoriche riflessioni politiche, fra i ricordi personali degli scrittori e dei cantautori di quei dì. Come quello di Guccini: "Conobbi Francesco ad una festa, un anno prima. Parlammo, anzi scherzammo, immaginandoci una trama dei Promessi Sposi in cui Renzo era di Lotta Continua e Lucia una militante di Comunione e liberazione. Me lo ricordo come un ragazzo spiritoso. Dell'11 marzo rammento invece i toni cupi, la polizia e gli studenti che si fronteggiavano in strade deserte. Un'amica che abitava in via Mascarella aveva sentito gli spari, ma non aveva capito cos'era successo. Poi c'era la gente che discuteva nei bar: del Bologna, che quell'anno lì non andava tanto bene".

Dietro gli oratori era stato steso un lungo striscione bianco con la scritta Lotta continua, a segnalare come l'operazione partita a Roma da circa un anno per riaccordare gli ex del gruppo extraparlamentare sta prendendo piede anche a Bologna. L'unico momento di revival militante è stato quando una ventina di presenti, sotto gli occhi divertiti degli studenti, hanno sfoderato pugni chiusi e l'inno di Lotta Continua cantato a squarciagola. Claudio Lolli ha citato "I Malavoglia": "Alla fine il protagonista parla del mare che non ha paese. Così fu quel movimento, che tanti non capirono. Bologna era la città che illuminava il mondo e quella rivolta fu anche dei figli che si ribellavano ai padri". Evangelisti s'è soffermato sull'analisi, riannodando spunti sulla composizione sociale e nuova di quel movimento, tra pulsioni di giovani della periferia bolognese e alienazioni di studenti trapiantati qui. "Fu in quei giorni che da una parte si schierarono i comunisti immobili e i comunisti in movimento: io scelsi i secondi", ha ricordato Stefano Tassinari, che allora abitava nella sua Ferrara, ma poi si precipitò qui, alla notizia dell'uccisione di uno studente.

Oggi la seconda giornata delle commemorazioni prevede un corteo, organizzato dagli ex di Lotta Continua, che partirà da piazza Verdi alle 17. Nessun problema sul percorso da seguire, poiché il divieto di manifestazioni politiche nei week end è appena stato sospeso.