Ad ascoltare le parole del ministro dell'interno Giuseppe Pisanu e del segretario del maggior partito di opposizione Piero Fassino, verrebbe da chiedersi se per caso viviamo in un altro Paese, o addirittura in un altro pianeta. Non sappiamo come e da chi siano stati informati su quanto è avvenuto nel luglio del 2001, durante il vertice dei G8; certamente i dati, le testimonianze, le foto e i filmati che conosciamo noi - e che sono reperibili da parte di chiunque, essendo depositati agli atti dei processi in corso a Genova - raccontano una storia molto diversa.
Apprezziamo l'auspicio dell'onorevole Fassino a non ripetere gli errori del passato e a questo proposito gli ricordiamo quanto avvenuto a Napoli nel marzo dello stesso anno, durante un governo di centro sinistra e con a capo della Polizia lo stesso signor De Gennaro, quando un certo numero di persone ferite sono state prelevate al Pronto Soccorso e portate alla Caserma Rainero, dove hanno subito violenze, soprusi e umiliazioni, quasi si volesse dare loro una anticipazione di quanto in programma per Genova. Ricordiamo che 31 agenti, tuttora al loro posto, sono sotto processo con le accuse di sequestro di persona, lesioni personali, abuso d'ufficio, falso in atto pubblico, violenza privata, danneggiamenti, perquisizione arbitraria e falso. Nessuno ha mai chiesto perdono per "gli errori", né ai molti manifestanti inermi inseguiti e picchiati gratuitamente per le strade di Genova; né alle 93 persone aggredite brutalmente alla scuola Diaz, molte delle quali porteranno per tutta la vita i danni fisici e psicologici che sono stati loro inferti; né ai cittadini italiani e stranieri, sequestrati e sottoposti ad altri abusi e violenze fisiche, nelle caserme di San Giuliano e Bolzaneto. Nessuno ha mai chiesto perdono per gli arresti arbitrari, per la costruzione di prove false, per una ricostruzione ufficiale (la resistenza degli occupanti la scuola Diaz) inventata.
Nessuna "mela marcia" è mai stata rimossa, nonostante al processo Diaz ci siano 29 funzionari e altissimi dirigenti di polizia imputati per concorso in lesioni, falso, calunnia; anzi, molti di loro sono stati promossi a cariche di grande responsabilità.
Altri 45 agenti sono sotto processo per i fatti di Bolzaneto, accusati, tra l'altro, di aver sottoposto i detenuti a trattamenti crudeli, inumani e degradanti in violazione dell'articolo 3 della Convenzione europea sui diritti umani e le libertà fondamentali che vieta la tortura.
Siamo convinti che la credibilità delle forze dell'ordine non si possa difendere a chiacchiere, né con le fiction televisive. Siamo convinti di essere noi, che da quasi cinque anni chiediamo che vengano individuati e puniti i colpevoli, i migliori alleati di quegli agenti che svolgono il proprio lavoro con onestà e correttezza. Per quanto riguarda Carlo Giuliani, infine, che il ministro Pisanu non si permetta di parlare di "sofferenza": la teoria secondo cui quel giorno si sarebbero incontrati nel posto sbagliato e nel momento sbagliato un giovane noglobal in cerca di guai e un povero carabiniere "assediato" e spaventato è totalmente falsa, come è dimostrato dalle immagini e dalle testimonianze documentate. Il ministro si limiti piuttosto a riferire circa i quesiti posti dalla Corte Europea, a cui il Governo avrebbe dovuto rispondere entro lo scorso mese di Febbraio. La famiglia Giuliani, infatti, è stata costretta a presentare ricorso alla Corte di Strasburgo, che l'ha accolto, in seguito all'archiviazione, senza pubblico dibattimento, dell'uccisione del figlio che, colpito da una pallottola mai trovata perché mai cercata, è stato in seguito arrotato due volte, preso a calci in faccia e colpito alla fronte con una sassata dopo che il suo corpo era stato circondato da agenti in divisa.